“In questo stesso mese di cento anni orsono, l’Esercito italiano, già duramente logorato da una serie di estenuanti offensive, conduceva la 10^ battaglia dell’Isonzo, in una guerra che mise a dura prova le genti di quei luoghi e con loro dell’Italia intera, ma che, infine, consentì al nostro Paese di prevalere vittoriosamente, realizzando l’agognata unità degli italiani”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al capo di Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Danilo Errico, in occasione del 156° anniversario di costituzione dell’Esercito italiano.
“Da quelle drammatiche battaglie in trincea, dove tantissime giovani vite vennero annientate, l’Esercito”, ha proseguito Mattarella, “ha saputo imporsi come uno degli elementi di rinnovamento, capace di seguire l’evoluzione degli scenari geopolitici, della tecnologia e della dottrina operativa, rendendo la Forza Armata aderente alla situazione strategica contemporanea e adeguata ad affrontare le nuove sfide. Con lo stesso spirito oggi, quale componente del sistema di vigilanza e controllo in supporto e congiuntamente alle Forze di Polizia e di soccorso alla cittadinanza, ha saputo dare un significativo contributo, in particolare a seguito degli eventi sismici che hanno duramente colpito il Centro Italia”.
“Nelle complesse operazioni di stabilizzazione e contrasto alle forze del terrorismo, all’estero, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale”, ha aggiunto Mattarella, “la Forza Armata continua a testimoniare i valori della dedizione al servizio e dell’impegno incondizionato, svolgendo i compiti assegnati con efficienza e professionalità”.
“In questo 156° anniversario di costituzione”, ha concluso il capo dello Stato, “rinnovo i sentimenti di affetto e gratitudine dei cittadini nei confronti delle donne e degli uomini dell’Esercito e rivolgo il più deferente omaggio a coloro che assolvendo con onore il servizio alla Nazione hanno donato il bene della propria vita. Alle loro famiglie e a quanti portano sul proprio corpo i segni delle sofferenze subite va la mia riconoscenza e quella del Paese intero. Viva l’Esercito italiano, viva le Forze Armate, viva la Repubblica!”. (aise)