La situazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale, ogni giorno più pressante, ha indotto la Commissione europea a presentare oggi una serie di misure immediate che possono essere adottate dagli Stati membri dell’UE, dalla Commissione, dalle agenzie dell’UE e dall’Italia stessa.
Valorizzando il lavoro svolto negli ultimi due anni per salvare vite umane in mare e gestire il numero crescente di arrivi lungo la rotta del Mediterraneo centrale, sottolinea Bruxelles, “è necessario che tutti i soggetti coinvolti intensifichino e accelerino ora i loro sforzi per fronteggiare l’urgenza crescente della situazione e in linea con gli impegni assunti dai leader dell’UE”.
Le misure presentate oggi dovrebbero costituire una base per le discussioni che si terranno nella riunione informale del Consiglio “Giustizia e affari interni” in calendario giovedì a Tallinn.
“La situazione drammatica nel Mediterraneo non costituisce un fatto nuovo e non ha carattere temporaneo”, ha ribadito il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “Negli ultimi due anni e mezzo abbiamo compiuto enormi progressi verso la creazione di una genuina politica UE della migrazione ma l’urgenza della situazione ci impone ora di dare un serio impulso ai nostri sforzi collettivi e di non lasciare sola l’Italia. Tali interventi devono essere incentrati sulla solidarietà – con le persone che fuggono dalla guerra e dalle persecuzioni e con i nostri Stati membri maggiormente sotto pressione. Allo stesso tempo dobbiamo intervenire, in sostegno alla Libia, per combattere i trafficanti e rafforzare i controlli alle frontiere così da ridurre il numero di persone che intraprendono viaggi pericolosi verso l’Europa”.
Interventi per sostenere l’Italia e ridurre i flussi migratori
La Commissione europea propone una serie di misure da adottare ora per accelerare gli interventi collettivi dell’Unione europea lungo la rotta del Mediterraneo centrale.
I compiti della Commissione
In particolare, la Commissione intende:
* incrementare ulteriormente la capacità delle autorità libiche grazie a un progetto dotato di 46 milioni di euro e preparato congiuntamente con l’Italia;
* finanziare la creazione in Libia di un centro di coordinamento e soccorso marittimo pienamente operativo;
* aumentare i finanziamenti per la gestione della migrazione in Italia di ulteriori 35 milioni di euro da mobilitare immediatamente;
* garantire una piena mobilitazione delle agenzie dell’UE: l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) è pronto ad aumentare il numero delle unità mobili che contribuiscono al trattamento delle domande; l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera dovrebbe esaminare urgentemente le proposte dell’Italia in relazione all’operazione congiunta Triton; e la riserva di reazione rapida della guardia di frontiera e costiera europea, forte di 500 esperti sul rimpatrio, è pronta per essere dispiegata su richiesta dell’Italia.
La Commissione vuole
* avviare e finanziare un nuovo sistema di reinsediamento, in particolare da Libia, Egitto, Niger, Etiopia e Sudan di concerto con l’UNHCR e con decorrenza immediata;
* collaborare con la Libia per rafforzare i controlli sulla frontiera meridionale, in cooperazione con i paesi del G5 Sahel e gli Stati membri e con il sostegno finanziario dell’UE;
* intensificare gli interventi per stipulare accordi di riammissione (o accordi informali equivalenti) con i paesi di origine e di transito, con il sostegno degli Stati membri;
* intensificare la cooperazione con Niger and Mali nell’ambito del quadro di partenariato per prevenire gli spostamenti verso la Libia;
* continuare a lavorare con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM) per accelerare i rimpatri volontari assistiti dalla Libia e dal Niger verso i paesi di origine, anche mediante un aumento dei finanziamenti;
* garantire di concerto con gli Stati membri la piena attuazione del quadro di partenariato, anche estendendolo ad altri paesi rispetto ai 5 prioritari, esercitando pressioni di tipo sia positivo che negativo;
* in aggiunta ai 200 milioni di euro già stanziati nel 2017 per la “finestra” per l’Africa settentrionale (“North Africa window”) del Fondo fiduciario UE-Africa, garantire finanziamenti equivalenti per il 2018 e gli anni successivi con contributi del bilancio dell’UE e degli Stati membri.
I compiti degli Stati membri
Gli Stati membri dovrebbero:
* contribuire in modo più sostanziale al Fondo fiduciario UE-Africa per integrare il contributo di 2,6 miliardi di euro del bilancio limitato dell’UE, in linea con gli impegni da loro assunti nel novembre 2015 (cfr. tabella);
* accelerare il ricollocamento dall’Italia, reagendo in modo più rapido alle richieste italiane, aumentando la consistenza e la regolarità degli impegni;
* contribuire, di concerto con la Commissione e il servizio per l’azione esterna, al dialogo con la Tunisia, l’Egitto e l’Algeria e incoraggiare tali paesi ad associarsi alla rete Seahorse per il Mediterraneo e invitare la Tunisia e la Libia a dichiarare le rispettive aree di ricerca e salvataggio e a istituire un centro ufficiale di coordinamento e soccorso marittimo;
* accelerare, di concerto con il Parlamento europeo, le discussioni sulla riforma del sistema di Dublino per la distribuzione delle domande di asilo all’interno dell’UE, al fine di disporre di un quadro più stabile per affrontare tali problemi in futuro;
* mobilitare le loro capacità, in sinergia con quelle della guardia costiera e di frontiera europea, per contribuire al rimpatrio dei migranti irregolari dall’Italia;
L’Italia dovrebbe:
* redigere, in consultazione con la Commissione e sulla base di un dialogo con le ONG, un codice di condotta per le ONG che effettuano attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo;
* rispettare gli impegni assunti in materia di ricollocamento: registrando urgentemente tutti gli eritrei presenti in Italia; centralizzando e standardizzando la procedura di ricollocamento; consentendo il ricollocamento dei minori non accompagnati; e facendo prova di una maggiore flessibilità nei controlli di sicurezza organizzati a livello bilaterale con altri Stati membri;
* attuare rapidamente la legge Minniti, anche: creando capacità supplementari nei centri di crisi; aumentando la capacità di accoglienza e aumentando in modo sostanziale e in tutta urgenza la capacità di trattenimento, portandola ad almeno 3000 posti; aumentando il periodo massimo di trattenimento in linea con il diritto dell’UE; e accelerando in modo marcato l’esame delle domande di asilo in fase di ricorso;
* accelerare i rimpatri: applicando procedure di rimpatrio accelerate; avvalendosi maggiormente delle procedure rapide e dei motivi di inammissibilità; elaborando un elenco nazionale di paesi di origine sicuri; emettendo decisioni di rimpatrio di pari passo e contemporaneamente con quelle sull’asilo; valutando la possibilità di utilizzare restrizioni in materia di residenza; ed evitando di fornire documenti di viaggio ai richiedenti asilo. (aise)