Un commando femminile, di cui faceva parte una donna che aveva giurato fedeltà all’Isis, pronto a colpire la Gare de Lyon, la terza ma forse anche la più famosa stazione di Parigi. E’ il quadro che emerge dopo gli arresti di tre donne in Francia in relazione all’auto piena di bombole di gas ritrovata vicino a Notre Dame nella notte tra sabato e domenica. Durante l’operazione che ha portato agli arresti a Boussy, nella banlieue parigina, la più giovane delle tre donne ha ferito un agente dell’antiterrorismo con un coltello.
Secondo il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, le tre donne sono “radicali e fanatiche” e stavano “probabilmente” preparando “nuove azioni violente ed imminenti”. Secondo quanto trapela dagli inquirenti, le tre donne volevano “vendicare l’uccisione del ‘ministro degli attentati’ di Daesch”, Abu Mohammad al-Adnani, morto il 30 agosto in Siria in un bombardamento rivendicato sia dagli americani che dai russi.
Una delle donne arrestate, la 19enne Ines, già segnalata dai servizi segreti come elemento a rischio di radicalizzazione, è la figlia del proprietario della Peugeot 607 ritrovata vicino la cattedrale francese e risiede insieme al padre nella periferia nord della capitale francese. Al momento dell’arresto, ha estratto un coltello e ha ferito un poliziotto della Direction générale de la sécurité intérieure (Dgsi). La giovane è stata poi ferita dal colpo esploso da un altro agente ed è stata ricoverata in un ospedale di Val-de-Marne.
Le altre due donne finite in manette hanno 39 e 23 anni e risultano aver avuto amicizie pericolose: una di loro sarebbe collegata a Larossi Abballa, l’uomo che il 14 giugno aveva ucciso una coppia di poliziotti a Magnanville, nella periferia di Parigi. Una delle tre, inoltre, risulta essere stata in contatto con Hayat Boumedienne, la compagna di Amedy Coulibaly, l’autore della strage al supermercato Hypercacher, fuggita in Siria prima dell’attacco terroristico del gennaio 2015. (AGI)