BIANUAL

BIANUAL

A partir de
Por R$ 299,00

ASSINAR
ANUAL

ANUAL

A partir de
Por R$ 178,00

ASSINAR
ANUAL ONLINE

ANUAL ONLINE

A partir de
Por R$ 99,00

ASSINAR


Mosaico Italiano é o melhor caderno de literatura italiana, realizado com a participação dos maiores nomes da linguística italiana e a colaboração de universidades brasileiras e italianas.


DOWNLOAD MOSAICO
Vozes: Cinco <br>Décadas de Poesia Italiana

Vozes: Cinco
Décadas de Poesia Italiana

Por R$ 299,00

COMPRAR
Administração Financeira para Executivos

Administração Financeira para Executivos

Por R$ 39,00

COMPRAR
Grico Guia de Restaurantes Italianos

Grico Guia de Restaurantes Italianos

Por R$ 40,00

COMPRAR

Baixe nosso aplicativo nas lojas oficiais:

Home > Le parole di una Repubblica 60 anni di messaggi presidenziali

Le parole di una Repubblica 60 anni di messaggi presidenziali

30 de dezembro de 2009 - Por Comunità Italiana

Dal 1949 al 2008, dieci presidenti, sessant'anni di messaggi di fine anno dal Quirinale a tutti gli italiani: li abbiamo raccolti qui, mettendo in evidenza le parole più frequenti di ogni discorso, per rivivere il periodo dal dopo guerra ad oggi attraverso quei termini che hanno segnato la nostra storia

Il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica agli italiani è un appuntamento immancabile, nelle case degli italiani, da ormai 60 anni. E ogni 31 dicembre, le parole che escono dallo schermo descrivono l'Italia, con le sue paure e le sue speranze. Per questo abbiamo deciso di riprendere in mano quei discorsi uno per uno, dal messaggio di Luigi Einaudi del 31 dicembre 1949 fino a quello di dodici mesi fa di Napolitano, e ne abbiamo analizzato le parole più utilizzate.

GUARDA LO SPECIALE INTERATTIVO

Sono discorsi che fanno rivivere la storia del nostro paese attraverso le parole e i concetti che ne hanno segnato il tessuto culturale e sociale, e che rileggendoli oggi raccontano – anche con una certa nostalgia – un'Italia che non c'è più. Ci sono delle costanti, ovviamente. "Augurio", "anno", "patria", "popolo", "Italia" e "italiani" sono sempre presenti, ma è il resto che descrive e spiega un intero Paese.

Si inizia con i primi, brevi messaggi di Luigi Einaudi in cui si può ritrovare la "tragedia" della guerra, in cui ci sono i "casolari" e i "borghi" dell'Italia contadina, in cui non mancano le "speranze" di un paese che rinasce democratico. Nel 1955 al Quirinale arriva Giovanni Gronchi, nel pieno del boom economico: "progresso", "fiducia" e "lavoro" sono le parole chiave di questi anni. Ed è in questo momento che compaiono e assumono maggior valore termini come "Europa", mentre si discute di Cee e si arriva alla firma dei trattati di Roma.


Antonio Segni tenne due discorsi, nel '62 e nel '63, fino alla malattia che lo costrinse alle dimissioni. Nelle sue parole continua la fiducia nel "progresso" e nello "sviluppo", e nel discorso del 1963 si legge il "commosso pensiero" per la scomparsa di Papa Giovanni XXIII e per l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy.

La seconda metà degli anni '60 è segnata dall'incrinarsi del boom economico e dalla guerra del Vietnam. Così nei messaggi di fine anno di Giuseppe Saragat compaiono sempre più importanti le parole "lavoro", "disoccupazione" e "pace". Nel '67 la Comunità Europea si allarga, e con la "Gran Bretagna" si arricchisce di nuove risorse e importanza. "Lavoratori", "operai", "violenza" segnano il messaggio augurale del 31 dicembre '69, al termine dell'autunno caldo e dopo la strage di Piazza ontana.

Il settennato di Giovanni Leone è nel segno delle difficoltà economiche e del terrorismo, come segnalato dal ripetersi delle parole "crisi" e "sicurezza". Con Sandro Pertini compaiono per la prima volta nel messaggio di fine anno i termini "P2" ('81), "mafia", "camorra" ('82); e ritorna con forza maggiore la parola "terrorismo". Senza dimenticare che la parola chiave per Pertini fu "giovani": solo "italiani" e "popolo" furono ripetute più frequentemente nei suoi messaggi.

Si corre veloce nei ricordi, verso la seconda metà degli anni ottanta e la presidenza di Francesco Cossiga, al tramonto della Guerra Fredda e della prima Repubblica. Nell'89 le parole più importanti non possono che essere "Europa", "Est" e "Libertà". Poi gli anni di Oscar Luigi Scalfaro, degli scandali, di Tangentopoli e della nascita della seconda Repubblica: in primo piano i "partiti", il "parlamento", la "politica" e le "responsabilità".

Con Carlo Azeglio Ciampi, eletto nel 1999, si chiude il "secolo" e, visto il quadro internazionale, alla ribalta tornano i termini "mondo", "pace", "fiducia". Siamo ai giorni nostri: nei discorsi di Giorgio Napolitano è la "crisi" a farla da padrone, accompagnata da "lavoro", "politica", "istituzioni". Con un avverbio dominante, "ancora": quasi a sottolineare che la speranza di una società migliore non è alle nostre spalle. Sono queste le parole chiave di questi anni, che fra mezzo secolo racconteranno ai nostri nipoti qualcosa dei sentimenti e della vita dell'Italia di oggi.

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.