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In calo il potere d’acquisto delle famiglie: -1,6% in un anno

11 de janeiro de 2010 - Por Comunità Italiana

Federconsumatori e Adusbef: calo anche maggiore, pari a 565 euro all'anno. Senza contare aumento delle bollette

 

ROMA – Cala il potere d'acquisto delle famiglie italiane. La crisi ha spinto le famiglie italiane a contrarre consumi e investimenti più di quanto consentiva loro il reddito disponibile. Invece è aumentato il risparmio. Da ottobre 2008 a settembre 2009 il potere d'acquisto delle famiglie italiane è diminuito infatti dell'1,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo comunica l'Istat spiegando che il dato è riferito al reddito reale, mentre il reddito nominale è diminuito dell'uno per cento. Nel periodo considerato i consumi sono diminuiti in maniera maggiore rispetto al reddito (-1,5%) mentre la propensione al risparmio delle famiglie segna un aumento di 0,4 punti percentuali (0,2 punti percentuali su base congiunturale). Complessivamente la propensione al risparmio delle famiglie, ovvero il rapporto tra il risparmio lordo e il reddito disponibile, nel periodo ottobre 2008-settembre 2009 è stata pari al 15,4%.

CONSUMATORI – Secondo le associazioni Federconsumatori e Adusbef il calo del potere d'acquisto delle famiglie italiane è maggiore, valutabile tra l'1,8% e l'1,9%, pari a 565 euro all'anno. «Un drammatico crollo», si legge in una nota congiunta, «dovuto agli effetti della pesante crisi economica che ha investito il Paese, determinando un aumento vertiginoso di cassa integrazione e licenziamenti. Ad aggravare ulteriormente la situazione, si prospettano nel 2010 nuovi aumenti consistenti (dall'assicurazione auto ai trasporti, dai carburanti alle bollette di gas, acqua e rifiuti), che comporteranno una maggiore spesa per le famiglie di 660 euro annui».

INVESTIMENTI – Secondo i dati diffusi dall'Istat, prosegue la flessione del tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi delle famiglie, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il loro reddito disponibile lordo), che nel terzo trimestre 2009 si è attestato al 9%, 0,3 punti percentuali in meno rispetto al trimestre precedente, risentendo di una riduzione degli investimenti (-2,9%) molto superiore a quella del reddito disponibile (-0,4%). Rispetto allo stesso periodo del 2008 il tasso di investimento delle famiglie si è ridotto di 0,8 punti percentuali.

SOCIETÀ NON FINANZIARIE – La quota di profitto delle società non finanziarie (dato dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo ai prezzi base) si è attestata nel terzo trimestre 2009 al 40,9%, con una riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Infatti, la riduzione del risultato lordo di gestione in valori correnti delle società non finanziarie, pari a -1,6%, è stata più marcata della contrazione registrata dal valore aggiunto (-1%). Rispetto al terzo trimestre dell'anno precedente, la quota di profitto delle società non finanziarie si è ridotta di 2 punti percentuali. Infine, il tasso di investimento delle società non finanziarie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi e il valore aggiunto lordo ai prezzi base) è stato nel terzo trimestre 2009 pari al 22,3 per cento, oltre tre punti percentuali in meno rispetto al corrispondente trimestre del 2008. Rispetto al secondo trimestre del 2009, il tasso d'investimento si è ridotto di 0,9 punti percentuali, risentendo di una caduta del 4,9% degli investimenti fissi lordi in valori correnti, ben più marcata della contrazione registrata dal valore aggiunto.

 

Corriere della Sera 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.