La legge elettorale entrata in vigore lo scorso luglio, l’Italicum, dopo la vittoria del No al referendum e la sonora bocciatura del ddl Boschi, torna al centro della scena politica, anche se destinata ad essere modificata, se non addirittura ad essere ‘cestinata’.
Cosa prevede l’Italicum
Soglie di sbarramento: è pari al 3% la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento
Premio di maggioranza alla lista e ballottaggio: viene introdotto il premio di maggioranza di 340 seggi alla lista, e non più alla coalizione, che ottiene il 40% dei voti. Se nessun partito o lista raggiunge quota 40%, si va al ballottaggio, ma sono vietati gli apparentamenti fra liste.
Capilista bloccati: sono scelti dai partiti, in tutto 100, e ciascun partito può presentare non più di 6-7 candidati per collegio. Il resto dei candidati vengono scelti con le preferenze, con l’alternanza di genere, fino a un massimo di due. E’ consentita la candidatura multipla per i capilista, ma fino a un massimo di dieci.
Collegi: il territorio italiano viene suddiviso in 20 circoscrizioni, a loro volta suddivise in 100 collegi.
Norma ‘anti flipper’: Viene introdotta la cosiddetta norma ‘anti flipper’, che punta a diminuire la causalià nell’attribuzione dei seggi, dopo il calcolo a livello nazionale, con il meccanismo dei quozienti e dei resti, in modo da non penalizzare i partiti piu piccoli.
Le possibili modifiche all’Italicum e il lavoro della Commissione Pd
Se le forze politiche in Parlamento dovessero convergere sulla linea di apportare delle modifiche all’attuale legge elettorale per tornare subito al voto, di certo l’Italicum dovrà essere modificato per essere applicato anche al Senato, magari prevedendo una sua applicazione su base regionale. Altro punto fermo, è che si dovrà attendere la decisione della Consulta sull’eventuale incostituzionalità di parti dell’Italicum. Molto probabile, poi – come già prevedeva la bozza di testo della Commissione Pd – che si elimini il ballottaggio previsto per il secondo turno, e che si eliminino i 100 capilista bloccati. Inoltre, l’ipotesi è che si modifichi anche il premio di maggioranza, attribuendolo non più al singolo partito ma alla coalizione. Sotto la lente di ingrandimento anche l’entità del premio di maggioranza, ora di 340 seggi.
Il Consultellum: è il sistema elettorale venuto fuori con la sentenza 1/2014 della Corte costituzionale, un impianto proporzionale puro con preferenza unica. Gli esperti sono divisi sulle due opzioni e c’è chi immagina un mix tra i due sistemi, ma con soglia di sbarramento più alta al Senato, anche fino all’8 per cento.
Il Democratellum: presentata già nel 2014, la proposta di legge elettorale targata 5 Stelle mira a introdurre un sistema proporzionale ‘corretto’, con preferenze e – novità – un voto di ‘penalizzazione’ per eliminare dalla lista un candidato, il che significa che l’elettore può eliminare un candidato dalla lista, cancellandone il nome dall’elenco al momento del voto. Non è previsto alcun premio di maggioranza. Inoltre, la proposta prevede che non vi siano coalizioni pre-elettorali per evitare “alleanze tattiche” prima del voto e consiste in “un sistema che consente a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi”. Sono vietate le candidature plurime, mentre lo sbarramento è, in un certo senso, doppio: le circoscrizioni sono a base pluri-provinciale e il territorio italiano è stato diviso in 42 circoscrizioni. In 33 circoscrizioni su 42 (che assegnano 373 seggi, ossia il 60% del totale) lo sbarramento naturale è superiore al 5%; nelle altre 9 circoscrizioni (che assegnano 245 seggi, ossia circa il 40% dei seggi della Camera) lo sbarramento è inferiore al 5%. Tuttavia, Beppe Grillo ha spiegato che per i 5 Stelle si può andare a votare subito con l’Italicum per la Camera e con il Consultellum – un sistema proporzionale – sebbene leggermente modificato, per il Senato. I 5 Stelle però annunciano che stanno già lavorando a un testo che modifica l’Italicum rendendolo valido anche per il Senato.
Il Provincellum: è una versione dell’Italicum rielaborata su base provinciale, ovvero resterebbe invariato l’attuale meccanismo di assegnazione dei seggi (premio di maggioranza pari a 340 deputati e ballottaggio se al primo turno nessun partito raggiunge il 40% dei voti), modificandone però il metodo di selezione dei futuri parlamentari. I collegi in cui è diviso il territorio passerebbero da 100 a 618 (più le 12 circoscrizioni estere) in modo da dare la possibilità ai cittadini di conoscere meglio i candidati. Inoltre non ci sarebbero più i capilista bloccati: passerebbero i candidati che ottengono il miglior risultato nell’ambito provinciale della circoscrizione
Il ‘Mattarellum 2.0’ o Bersanellum: la proposta è una versione aggiornata e corretta del Mattarellum, ovvero un sistema uninominale a turno unico. Si prevede che 475 deputati siano eletti in collegi uninominali, 12 all’estero con il proporzionale, mentre dei restanti 143 seggi 90 andranno alla lista o coalizione che prende più voti, 30 alla seconda, 23 proporzionalmente ripartiti tra quelle che superino lo sbarramento del 2 per cento con meno di 20 eletti nei collegi uninominali. Si prevede, inoltre, un ‘premio di governabilità’, in base al quale chi vince non potrà superare i 350 seggi mentre il pacchetto di 90 e 30 sarà composto dai ‘migliori perdenti’. Quanto al premio, non si parla esplicitamente di coalizione, ma si introduce la formula ‘lista/coalizione’. Infine, vengono aboliti i capilista bloccati.
L’Italikos: è la proposta dei Giovani turchi del Pd, un mix tra l’Italicum e il modello elettorale greco (da qui il nome scelto dai proponenti). La principale novità è che scompare il ballottaggio, ma resta l’impianto di fondo dell’Italicum. Viene introdotto un ‘premio di governabilità’ alla prima lista che superi la soglia del 20% dei voti. In ogni caso, il ‘premio di governabilità’ non potrà superare i 340 seggi, gli stessi che sono già previsti dall’Italicum. Di conseguenza, la proposta sgombra il campo dalla possibilità delle grandi coalizioni, si può governare da soli o al massimo ci si dovrà alleare con un altro partito. Facendo qualche previsione, anche se si tratta di ipotesi in attesa del testo finale della proposta, dal 35% dei voti in poi un partito può governare da solo, ottenendo già la maggioranza assoluta, grazie al premio di governabilità. (AGI)