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Home > Dati corretti

Dati corretti

15 de dezembro de 2016 - Por Comunità Italiana

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si è presentato ieri davanti al Senato per ottenere la fiducia. Nel suo discorso ha citato pochi numeri e dati verificabili: quei pochi, però, sono notevoli, perché indicherebbero un leggero miglioramento delle prospettive economiche del nostro Paese.

Ecco i dati macroeconomici citati da Gentiloni

Gentiloni ha citato la crescita generata dalla globalizzazione e, a fianco di essa, il prezzo che ha imposto su diverse fasce della popolazione. Ha citato il rapporto del Centro Studi della Confindustria sugli “Scenari economici”, pubblicato proprio ieri mattina: “I tassi di crescita vengono rivisti con un rialzo maggiore delle previsioni, in Italia c’è più crescita di quanto si prevedeva. I tassi di disoccupazione vengono, sia pur molto lievemente, proiettati più bassi di quanto si prevedeva. Quindi i dati macroeconomici fanno vedere che in Italia c’è, lentamente e gradualmente, una ripresa. Ma allo stesso tempo avete visto i dati sulla povertà diffusi dal Centro Studi, che sono anch’essi in crescita. Ci dobbiamo rendere conto di questa contraddittorietà del contesto in cui siamo”. Il Centro Studi Confindustria periodicamente elabora rapporti di previsione sull’economia nazionale e internazionale o analisi su aspetti ritenuti particolarmente strategici.

Gli “Scenari economici” vengono diffusi normalmente a giugno, settembre e dicembre di ogni anno. PagellaPolitica ha isolato i tre dati citati da Gentiloni e li ha verificati per Agi, uno per uno.

1. E’ vero che nel rapporto più recente diffuso dal Centro Studi Confindustria le stime di crescita del Pil italiano vengono riviste al rialzo. Si legge infatti: “Il CSC stima che il PIL italiano crescerà dello 0,9% quest’anno, dello 0,8% il prossimo. Rispetto alle stime di crescita diffuse dal CSC a settembre (+0,7% nel 2016 e +0,5% nel 2017), le attuali sono state riviste al rialzo per una dinamica trimestrale più robusta di quella attesa per quest’anno e per gli effetti espansivi delle recenti misure governative”. In particolare, il CSC cita le misure governative di incentivo agli acquisti di beni strumentali (“proroga del superammortamento, introduzione dell’iperammortamento, rifinanziamento della nuova Sabatini, potenziamento del credito d’imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo e conferma e potenziamento dei bonus per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili, per le ristrutturazioni edilizie e per le spese di ristrutturazione a seguito di eventi sismici”) che, favorendo gli investimenti delle imprese, sostengono la crescita e le misure fiscali a sostegno del reddito, già previste nella Legge di bilancio 2017.

2. E’ vero che nel rapporto diffuso dal Centro Studi Confindustria le stime sulla disoccupazione sono riviste “molto lievemente” al ribasso. Nel rapporto diffuso a settembre le previsioni parlavano di un tasso di disoccupazione all’11,5% nel 2016 e all’11,2% nel 2017. Nel rapporto diffuso il 14 dicembre invece le previsioni erano all’11,4% nel 2016 e all’11,0% nel 2017. Il prossimo anno, insomma, secondo il CSC i senza lavoro dovrebbero calare di 0,2 punti in più rispetto alle previsioni precedenti.

3. E’ vero infine che nel rapporto diffuso dal Centro Studi Confindustria viene citato un dato sulla povertà in forte crescita. Non si tratta di una previsione sul futuro, come nei due casi precedenti, ma di un dato accertato, citato nella premessa del rapporto: “I poveri assoluti sono 4,6 milioni, con un incremento del 157% rispetto al 2007, in maggior parte tra i giovani e al Sud”.

Centro Studi di Confindustria e Istat a confronto

Il Centro Studi di Confindustria, però, non è l’unico ente a fare previsioni sull’economia italiana: vediamo brevemente quali cifre dà l’Istat per gli indicatori che abbiamo appena citato.

Il dato sulla crescita del Pil (0,9% nel 2016, 0,8% nel 2017) fornito dal CSC a dicembre è molto simile a quello fornito dall’Istat nelle sue “Previsioni” pubblicate lo scorso 21 novembre, dove si stima una crescita dello 0,8% per il 2016 e dello 0,9% per il 2017. L’Istat con queste stime ha rivisto al ribasso quelle diffuse nelle precedenti Previsioni, a maggio 2016, quando la crescita stimata del Pil era del 1,1% nel 2016 (sul 2017 in quel rapporto non erano state formulate previsioni).
Il dato sulla disoccupazione è invece leggermente diverso tra Istat e CSC: se per il Centro studi di Confindustria sarà dell’11,4% nel 2016 e dell’11,0% nel 2017, per l’Istat (sempre nelle “Previsioni” del 21 novembre), sarà dell’11,5% nel 2016 e dell’11,3% nel 2017. Nelle precedenti previsioni di maggio l’Istat stimava la disoccupazione all’11,3% già nel 2016 (come per la crescita economica, in questo rapporto non c’è una previsione per il 2017 sulla disoccupazione). L’istituto nazionale di statistica è insomma passato dall’essere più ottimista del CSC, sull’andamento del mercato del lavoro nell’anno che sta finendo, all’esserlo di meno.
Il dato sulla povertà assoluta è identico a quello diffuso dall’Istat nel suo rapporto sulla Povertà in Italia, pubblicato il 14 luglio 2016 – da cui, con ogni probabilità, proviene: “Nel 2015 si stima che le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta siano pari a 1 milione e 582 mila e gli individui a 4 milioni e 598.000 (il numero più alto dal 2005 a oggi)”. (AGI)

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.