Balducci, Anemone, Della Giovampaola e De Santis potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere
ROMA – È il giorno degli interrogatori di garanzia per i quattro arrestati nell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi: il G8 alla Maddalena, i Mondiali di Nuoto e le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Nel carcere romano di Regina Coeli il gip fiorentino Rosario Lupo sentirà il presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, già soggetto attuatore per le opere alla Maddalena, l'ingegner Mauro Della Giovampaola, che ha lavorato nella struttura di missione per il G8 in Sardegna ed è coordinatore dell'unità tecnica di missione per la realizzazione delle infrastrutture per i 150 anni dell'Unità d'Italia, e l'imprenditore romano Diego Anemone.
IN RITARDO CAUSA NEVE – Gli interrogatori erano fissati per le 10.30 ma cominceranno in ritardo a causa della neve che ha bloccato per strada il gip Lupo. Per il quarto arrestato, l'ingegnere Fabio De Santis, attuale provveditore alle opere pubbliche della Toscana e successore di Balducci come soggetto attuatore per le opere del G8 alla Maddalena, l'interrogatorio si terrà a Milano per rogatoria. I quattro potrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere.
GLI ATTI A PERUGIA – Intanto gli atti dell'inchiesta, una quarantina di faldoni, sono stati trasmessi alla procura di Perugia, competente in quanto uno degli indagati è il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, accusato di rivelazione di segreto d'ufficio. I pm del capoluogo umbro, quelli di Roma e di Firenze stanno comunque valutando come dividersi i vari tronconi d'indagine. A occuparsi del fascicolo a Perugia sono il procuratore facente funzioni Federico Centrone insieme ai sostituti Sergio Sottani e Alessia Tavernese. Nella procura di Firenze le bocche sono cucite: nessun rischio di sequestro dei cantieri, è l'unica cosa che dice il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi.
L'ANALISI DEI DOCUMENTI – Due giorni dopo le perquisizioni, gli arresti e gli avvisi di garanzia, i magistrati fiorentini – Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini – sono impegnati nell'analisi dei documenti («interessanti», si limitano a dire gli investigatori) sequestrati nella sessantina di perquisizioni. Fra gli indagati c'è il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, che in un'intervista al Corriere della Sera si difende respingendo l'accusa di corruzione: «Non ho tradito gli italiani, sono vittima dell'invidia». Su una ventina di persone si è concentrata l'attenzione degli investigatori: i nomi più altisonanti sarebbero quelli usciti in questi giorni, ma il gip scrive che l'«insidiosità» del sistema messo in piedi dagli arrestati si comprende anche «dal coinvolgimento a vario titolo, e in gran parte ancora da definire nei suoi contorni, di personaggi di grossa levatura istituzionale».
Fonte: www.corriere.it