Sarà ricordato come l’alchimista del più grande laboratorio del cinema indipendente italiano
Americo Sbardella, fondatore del Filmstudio ’70, è morto ieri sera all’età di 79 anni. Lascia la moglie, Isabella, e la figlia, Angelica.
Intellettuale raffinato, profondissimo conoscitore del cinema, e del cinema d’autore mondiale in particolare, Sbardella fonda il Filmstudio ’70 nell’ottobre del 1967. In una sala della trasteverina via degli Orti d’Alibert, Sbardella apre, insieme con un gruppo di giovanissimi intellettuali, le porte di quella che per decenni sarà la casa del cinema indipendente e underground, punto di riferimento di intellettuali e artisti di tutto il mondo, di generazioni di registi e cinefili. Al Filmstudio ’70 ha portato le sue opere per la prima volta Andy Warhol, fino ad allora sconosciuto in Italia, e tra gli altri Nanni Moretti. Nella sala che aveva creato insieme ad Annabella Miscuglio ci si imbatteva spesso in Moravia, Verdone, Bellocchio, Monicelli, Bertolucci.
Nonostante la passione per le avanguardie internazionali, Roma è rimasta sempre il grande amore di Sbardella. Alla città dove era nato e ha vissuto per tutta la vita, nel cuore di Prati, ha dedicato nel 2000 uno dei suoi libri: ‘Roma nel cinema’. Studioso di filosofie orientali e di testi antichi, ha pubblicato nel 2014 la versione teatrale dell’epopea del leggendario re di Uruk: ‘Gilgamesh. Colui che tutto conobbe’. (AGI)