L’Italia è seconda al mondo dietro il Regno Unito per numero di imprese, enti e associazioni partecipanti a progetti europei. È quanto rivela Matteo Lazzarini, segretario generale della Camera di Commercio Belgo-Italiana, sulla base dell’elaborazione dei dati resi noti appena qualche giorno fa sul portale “Sistema di Trasparenza Finanziaria” (FTS) della Commissione europea, nel quale sono pubblicati ogni anno i riferimenti relativi ai beneficiari dei fondi a gestione diretta.
“Per quanto riguarda i soli progetti europei (grant)”, spiega Lazzarini, “i beneficiari del Regno Unito, lo scorso anno sono stati 3.799. Al secondo posto gli italiani, con 3.773 beneficiari, seguiti dai tedeschi con 3.726. Nel settore della ricerca, le università e le imprese del Regno Unito impegnate nel 2016 nel programma “Horizon 2020″ sono state 2.647. Gli altri Paesi europei seguono a distanza: i tedeschi, al secondo posto, contano 2.391 enti, gli spagnoli al terzo posto (2.152), e a seguire gli italiani (2.022) e i francesi (1.713)”.
L’Italia, in attesa dell’elaborazione definitiva dei dati, si classifica dunque al secondo posto per numero di progetti europei vinti, ma con una grande differenza tra Nord e Sud. “Gli enti e le imprese del Sud Italia beneficiari di fondi diretti erogati attraverso progetti europei, come per gli anni passati, non superano il 10% del totale degli aggiudicatari italiani”, precisa Lazzarini. “Fanalino di coda la Calabria, con solo 26 imprese ed enti nei progetti europei e la Basilicata con 25. L’Università di Bologna, da sola, partecipa a più progetti (58) che le imprese calabresi e lucane insieme. Anche quest’anno circa un quarto dei beneficiari italiani ha sede nella Regione Lombardia”.
Parte del successo italiano è dovuto anche alle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) che hanno maturato numerose esperienze nella progettazione europea, contribuendo ad ampliare e rafforzare le partnership transnazionali tra imprese italiane, europee e dei Paesi Terzi. Lo scorso anno le Camere sono entrate in progetti europei principalmente nei settori del turismo, dell’agroalimentare e del settore pesca-acquacoltura, coinvolgendo nei partenariati piccole e medie imprese di tutta Italia.
“Negli ultimi anni”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, segretario generale di Assocamerestero, “grazie alla spinta propulsiva della Camera di Commercio di Bruxelles e più recentemente anche al forte lavoro progettuale svolto dalla CCIE di Madrid, l’impegno del sistema delle CCIE sui temi della progettazione europea è molto cresciuto e soprattutto ha acquistato concretezza. Dallo scorso anno, con l’attivazione del Desk Europa di Assocamerestero e il supporto del GEIE CBE, l’Associazione ha svolto una intensa azione di networking che ha consentito, anche in stretto collegamento con l’ufficio di Unioncamere a Bruxelles, di aumentare la consapevolezza di molte CCIE sull’utilizzo di queste risorse. E non si tratta solo di una opportunità rivolta alle CCIE dell’Europa, perché diverse altre Camere di contesti Extra europei hanno attivato una progettualità al riguardo”.
Tra i progetti europei di eccellenza, nell’ambito del turismo rurale, la Camera di Commercio Italiana di Lione, grazie al progetto Well-Olive, ha creato un sistema per tracciare le vie esperienziali dell’olio d’oliva: le strade europee dell’”oro verde” vengono riscoperte attraverso un tour innovativo fatto di percorsi wellness. Quanto, invece, al settore dell’agricoltura, le Camere di Commercio italiane di Århus, Francoforte, Madrid, Marsiglia, Lisbona e Salonicco all’interno del progetto STREAM (Skills Transfer for Electronics Administration and Mechanic) hanno sviluppato, per gli studenti degli istituti tecnici, percorsi di scambio e mobilità volti a migliorare le competenze tecnico-professionali nel settore agro-industriale, in particolare nella meccanizzazione agricola e nella logistica. Infine la Camera di Commercio italiana di Marsiglia ha partecipato a una proposta vincente nel settore della Blue Economy attraverso il progetto Entrefish, che risponde al bisogno di diffondere e rafforzare competenze imprenditoriali e manageriali nel campo della pesca e dell’acquacoltura, così da favorire sia nuova occupazione, sia il necessario rafforzamento delle capacità nelle PMI di tali settori.
“Sono oltre dodici anni”, conclude Lazzarini, “che condividiamo con imprese, associazioni, enti locali, consulenti e giovani neolaureati la nostra esperienza diretta di europrogettazione attraverso corsi di formazione tematici e fortemente orientati a un approccio pratico. Fiore all’occhiello è l’International Master in European Studies (www.europeanmaster.net), organizzato in collaborazione con l’Istituto di Studi europei dell’Università cattolica di Lovanio. Il Master è considerato a Bruxelles un punto di riferimento importante per i giovani di tutto il mondo che desiderano intraprendere una carriera professionale di European project manager oppure di policy advisor”. (aise)