Il diverbio fra un ginecologo e il primario del reparto di ostetricia dell'ospedale Papardo ha ritardato il parto procurando al piccolo una mancanza di ossigenazione. La federazione dei medici dirigenti chiede un incontro al ministro Fazio. "Si rischia la psicosi collettiva"
MESSINA – Un neonato è ricoverato in coma farmacalogico nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina, dove è nato, una settimana fa, dopo una lite tra due medici nel reparto di ginecologia dell'ospedale "Papardo". Il diverbio – come avvenuto lo scorso 26 agosto per il caso del piccolo Antonio Molonia al Policlinico – è legato a diversità di vedute sulla scelta tra parto naturale e taglio cesareo per la puerpera 24enne, Ivana Rigano, già in avanzata fase di travaglio. Due giorni fa la donna e il marito di 34 anni, Nicola Mangraviti, hanno deciso di presentare una denuncia-querela ai carabinieri. Il sostituto procuratore Anna Maria Arena ha aperto un'inchiesta, al momento contro ignoti. Già acquisite dai carabinieri le cartelle cliniche.
Il neonato – nato del peso di oltre 4 chili – è intubato e tenuto in coma farmacologico in terapia intensiva del Policlinico dov'è stato trasferito d'urgenza subito dopo il parto naturale all'ospedale Papardo. Proprio per le sue dimensioni il piccolo sarebbe rimasto incastrato, al momento di venire al mondo, e quei secondi privi di ossigenazione avrebbero creato lesioni cerebrali, ma anche agli arti. Il parto è avvenuto dopo molte ore di travaglio della 24enne.
La puerpera, alla sua prima gravidanza, era in attesa del taglio cesareo, scelto dal ginecologo Rosario Pino, quando sarebbe intervenuto il primario Francesco Abate e il suo aiuto Saverio Esposito, che avrebbero addiritura strappato i moduli del consenso già firmato dai genitori ordinando che si procedesse invece col parto naturale. I familiari di Ivana Rigano hanno reagito aggredendo il primario. La donna ha potuto partorire soltanto 4 ore dopo. Quando i familiari si sono resi conto delle sue gravi condizioni si sarebbero scagliati contro ginecologo Rosario Pino, accusandolo di aver ritardato il parto.
Alla luce di quanto accaduto, la Fesmed, federazione dei medici dirigenti, ha chiesto un incontro urgente al ministro della Salute Ferruccio Fazio. Per la federazione, "gli avvenimenti che hanno turbato nelle ultime settimane la sanità italiana" rischiano di creare "una psicosi collettiva". "Il recente episodio di aggressione fisica nei confronti del ginecologo di Messina – sottolinea la nota – rappresenta la spia di una situazione che richiede degli interventi immediati, al fine di ristabilire una corretta dinamina nei rapporti fra medico e paziente". Al ministro, Fesmed intende proporre le "possibili azioni che consentano di ridurre lo stato di apprensione delle donne in gravidanza e delle loro famiglie, nonché di restituire serenità ai medici ed a tutti i professionisti che operano nei punti nascita e nei consultori".
Fonte: www.repubblica.it