Se questa si poteva considerare la prova della maturità, l’Italia è promossa con riserva. Nonostante la sconfitta. Era un esame difficile in cui gli azzurri partivano sfavoriti ma non battuti. Non solo perché la Lituania negli ultimi anni è stata davvero la bestia nera ma perché, la squadra baltica, tabellino alla mano, resta la squadra da battere in questo girone. Che ci sia riuscita la Georgia all’esordio (che oggi ha perso con l’Ucraina) significa poco. Era la prima squadra che poteva testare le ambizioni della squadra di Ettore Messina e alla fine ci sono state più luci che ombre. L’Italia resta in piena corsa per fare bene. Nel girone e nel torneo.
Primo quarto, si corre e si segna
Belinelli sembra non aver slacciato le scarpe da ieri e riprende esattamente da dove aveva lasciato. Cinque punti in un amen nell’8-0 con cui l’Italia accoglie la Lituania sul parquet. Ma non è il solo. Dopo 5 minuti gli azzurri mettono le prime 4 triple tentate e, nonostante soffrano un po’ sotto i tabelloni, vanno avanti 19-9 con la schiacciata a due mani, e poi la tripla, di Nicolò Melli. Il lungo, troppo intermittente ieri con l’Ucraina, è subito coinvolto. È una buona notizia per Messina. Ma la Lituania dei tanti “italiani”, Maciulis, Kalnietis, Montejunas, ad esempio, hanno tutti giocato nel nostro campionato, è una squadra talentuosa e dalla panchina molto lunga. Kuzminskas infila tre triple consecutive e guida la sua squadra alla rimonta. Il quarto si chiude 23-23 pari. La lotta è appena iniziata. Tiri liberi tirati? Nessuno. E non è un caso.
Secondo Quarto, si corre ma non si segna
L’inizio della seconda frazione non è sorella della prima. L’Italia è fuori equilibrio e le percentuali si abbassano. La palla gira ma le mani sono molto più fredde. Non lo sono, invece, quelle dei lituani che continuano a prendere, e mettere, tiri da tre. Anche con i lunghi. Il primo allungo fa male (25-38). Messina, che si ha affidato moltissimo alla sua panchina, torna con il primo quintetto. È il primo momento di grande difficoltà dell’Italia in tre partite. Ma una piccola reazione c’è. Datome e Filloy spezzano l’incantesimo e riducono le distanze (31-38). L’Italia ha segnano 8 punti in 8 minuti. Pochi. Ma l’importante è reagire alle difficoltà. Di fronte c’è la squadra più forte del girone e gli azzurri non si tirano indietro. Ma il rebus si chiama Kuzminskas e dovrà essere risolto in fretta. L’Italia, che ha perso solo un pallone finora, è ancora in piedi ma è costretta a inseguire (32-41) con un apporto dalla panchina ancora minimo (5-22 per la Lituania).
Terzo Quarto, aggrappati al match
Dagli spogliatoi non rientra Melli ed è una bruttissima notizia per l’Italia. Soprattutto in vista delle prossime partite. Eppure il quarto inizia con una ritrovata verve. Si segna da entrambe le parti ma questo vuol dire che, se lo spettacolo aumenta, anche la differenza tra le due squadre rimane la stessa (39-48). Poi, a metà tempo, la macchina italiana si ferma, i lituani appaiono più freschi e con più benzina in corpo. Sul 41-53, firmato Juskevicius, quasi perfetto, Ettore Messina ferma il gioco. È una forbice che non può allargarsi e l’allenatore lo sa. È l’orgoglio che tiene gli azzurri in corsa. Il contropiede di Datome e la penetrazione di Filloy segnano il meno otto finale (49-57). Manca l’ossigeno ma l’Italia è ancora viva. Vivissima.
Ultimo quarto, si perde con onore
In Lituania ci sono 3 milioni di persone ma una marea di buonissimi giocatori. Da decenni. Ulanovas, Gigoris sono al primo grande torneo internazionale ma giocano come veterani. Il basket, nella terra baltica, è una tradizione e si vede. Batterli è difficilissimo. L’Italia lotta ma è dura, durissima. Dopo tre minuti una schiacciata incredibile di Kuzminskas con fallo, e un altro appoggio al tabellone di Datome, mantengono ancora le distanze invariate (56-65). Poi Belinelli si ricorda di essere un mago e arrotandosi segna un grande canestro subendo fallo. L’Italia è tornata a meno 6. Ma la Lituania è solida e con due canestri in fila ricaccia indietro gli azzurri (59-68) che, nonostante tutto, non smettono di lottare.
La mentalità c’è, l’energia purtroppo molto meno. E in attacco si vede. Per tutti tranne che per Filloy che mette un’altra tripla con coefficiente di difficoltà altissimo. A tre minuti dalla fine la panchina lituana è costretta a chiamare timeout. L’Italia è a meno sei (62-68). Un mezzo miracolo che rimarrà tale. Belinelli e Datome sono gli ultimi ad abbandonare la barca che, questa sì che è una buona notizia, non affonda mai. Una sconfitta a questo punto del torneo (73-78) contro un avversario come la Lituania, in questo modo, ci può stare. Le risposte sono arrivate. Più avanti tutto questo servirà. Eccome se servirà.(agi)