A Reggio Emilia la prima cerimonia di un anno di eventi e iniziative per ricordare l'unificazione dello Stato
MILANO – «Dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto una revisione dei principi fondamentali della Costituzione, è pacifico che c'è l'obbligo di rispettarli. E tra questi principi c'è il rispetto del tricolore». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo a Reggio Emilia nella giornata di apertura delle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il capo dello Stato ha sottolineato che non è un caso che nella carta costituzionale sia stato inserito uno specifico articolo, il numero 12, dedicato alla bandiera nazionale. E con riferimento ad esso, ha evidenziato, «comportamenti dissonanti non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo».
UNITA' D'ITALIA E FEDERALISMO – Napolitano ha rivolto «un vivo incitamento a tutti i gruppi politici, di maggioranza e di opposizione, a tutti coloro che svolgono compiti di responsabilità istituzionale, perchè nei prossimi mesi al Sud, al Centro come al Nord, si impegnino a fondo per le iniziative del centocinquantenario». Il presidente ha poi invitato a non sminuire il valore di questo anniversario, cosa che «non giova a nessuno, non giova a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, le legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico».
«STORTURE DA NON TACERE» – Napolitano ha riconosciuto che non tutto nel processo di riunificazione è andato come nelle intenzioni. «La delusione e lo scontento che ben presto seguì il compimento dell'Unità ha finito per riprodursi fino ai giorni nostri – ha sottolineato – . La critica del Risorgimento ha conosciuto significative espressioni, ma quel che è giusto sollecitare è un approccio non sterilmente recriminatorio e sostanzialmente distruttivo, e un approccio che ponga in piena luce il decisivo avanzamento storico che l'unità ha consentito all'Italia, al di là di storture da non tacere».
«UNITI NELLE SFIDE» – «Non ripeterò le preoccupazioni per le difficoltà e le durezze delle prove che attendono e incalzano l'Italia», ma «la premessa per affrontarle positivamente, mettendo a frutto tutte le risorse su cui possiamo contare, sta in una rinnovata coscienza del doversi cimentare come nazione unita, come Stato Nazionale aperto a tutte le sfide, ma non incline a riserve e ambiguità sulla sua propria ragione d'essere e tanto meno a impulsi disgregativi che possono minare l'essenzialità delle sue funzioni dei suoi presidi e della sua coesione».