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Home > Oltre la metà dei giovani vorrebbe andar via Al Sud la maggioranza non espatrierebbe

Oltre la metà dei giovani vorrebbe andar via Al Sud la maggioranza non espatrierebbe

28 de janeiro de 2011 - Por Comunità Italiana

Il 50,9% della fascia 25-34 anni si trasferirebbe volentieri all'estero. A preoccupare soprattutto la precarietà del lavoro, seguita dalla mancanza di senso civico e dalla corruzione. La stragrande maggioranza dei meridionali non lascerebbe invece mai il proprio Paese, i più insoddisfatti vivono al Centro

ROMA – Una volta era il Belpaese. Ma adesso le cose sono un po' cambiate, soprattutto per i giovani, e infatti il 50,9% tra i 25 e i 34 anni si trasferirebbe volentieri all'estero, secondo il Rapporto Eurispes 2011. Oltre il 60% degli italiani ritiene che vivere in Italia sia una fortuna, ma questa percentuale si riduce gradualmente man mano che dalle fasce di età più anziane si arriva ai giovani: quasi il 40% dei 25-34enni ritiene che vivere in Italia sia una sfortuna, e ben il 40,6% degli intervistati (di tutte le fasce di età) si traferirebbe volentieri all'estero, una percentuale superiore al 37,8% rilevata dall'Eurispes nell'analogo sondaggio condotto nel 2006. Oltre la maggioranza degli italiani (51,8%) considera la situazione economica del nostro Paese nettamente peggiorata (+4,7% rispetto al 2010). Un dato così significativo si era registrato solo nel 2005 (54%).

La disillusione si consuma a partire dai 25 anni, soprattutto quando c'è l'impatto con il mondo del lavoro. Infatti la percentuale di chi ritiene che vivere in Italia sia una sfortuna è un po' più bassa nella fascia d'età 18-24 (37,1%) e scende al 26% per quel che riguarda la popolazione di 65 anni e oltre. La precarietà lavorativa è indicata al primo posto tra i mali italiani, dal 29,1% degli intervistati. Ma per i giovani la precarietà lavorativa è un problema di gran lunga più pesante: lo sottolinea il 43,5% dei 18-24enni e il 33,6% dei 25-34enni. La percentuale scende gradualmente per poi

risalire, a sorpresa, tra gli ultrasessantacinquenni, che evidentemente non sono indenni dalle preoccupazioni per le giovani generazioni.

Al secondo posto tra i mali italiani c'è la mancanza di senso civico (20,6%), mentre il 19,1% giudica eccessivo il livello di corruzione, il 15,2% ritiene che il peggiore problema per l'Italia sia rappresentato dalla classe politica, l'8,6% dalle condizioni dell'economia, il 3,9% dal tasso di criminalità e l'1,3% dallo stato del welfare. Per quanto riguarda in particolare la politica, il 68,2% degli intervistati si è dichiarato contrario a candidare alle elezioni un indagato, mentre il 21,5% si è dichiarato favorevole, e il 10,3% non ha espresso alcuna opinione.

La preoccupazione per la precarietà nel lavoro è più diffusa nel Mezzogiorno (43,2% nelle Isole e 42,4% nel resto del Sud) contro il 30% del Nord-Est, il 25,6% del Nord-Ovest e il 18,9% del Centro, mentre per gli altri problemi denunciati dagli intervistati c'è una certa uniformità nelle risposte nelle varie aree geografiche. Eppure, di fronte alla domanda: "Si trasferirebbe all'estero?", la situazione si ribalta. Il 62,9% degli abitanti delle Isole non lo farebbe mai (nonostante le preoccupazioni per il lavoro e tutti i problemi reali dell'area geografica, dall'economia alla criminalità), contro il 49,1% degli abitanti del Nord-Ovest. I più disposti a trasferirsi vivono al Centro (49,4%, mentre solo il 40% ha dichiarato che non cambierebbe mai Paese). Guardando alle fasce di età, i più bendisposti ad andarsene hanno tra i 25 e i 34 anni (50,9%).

Ma dove si trasferirebbero gli aspiranti emigranti? In Francia (16,5%), Stati Uniti (16,1%), Spagna (14,3%), Paese che peraltro ha un tasso di disoccupazione che supera il 20%, Inghilterra (11,9%) e Germania (10,1%). Seguono Svizzera, Austria, Svezia, Canada, Olanda, Brasile, Danimarca, Norvegia.

Chi invece non si trasferirebbe mai dall'Italia ne apprezza soprattutto la libertà di opinione e di espressione (26,8%), la tradizione artistico-culturale (20,8%), il clima mediterraneo (17,3%), le bellezze naturali (16,6%), e poi la simpatia della gente, la buona cucina e, buon ultimo, il benessere economico (3,1%). Ancora una volta, sono i meridionali a sentirsi in grande maggioranza fortunati a vivere nel Belpaese (nonostante le classifiche indichino regolarmente le città del Nord come le più vivibili, e quelle del Sud siano sempre in coda alle varie graduatorie): si dichiarano felici di vivere nel proprio Paese il 74,1% degli abitanti delle Isole e il 66,7% del Mezzogiorno, contro solo il 54,4% degli abitanti del Centro.

Eppure, anche il Rapporto Eurispes (se ce ne fosse bisogno) conferma che è al Sud che si concentrano i problemi economici più gravi. Arrivare a fine mese è "uno scoglio insormontabile" per il 35,1% delle famiglie, e nel 2011 "sono in diminuzione le famiglie italiane che nonostante tutto riescono a risparmiare qualcosa (26,2% contro il 30,8% del 2010) e a raggiungere l'ormai ambito traguardo della fine del mese (61% contro 66% del 2010)". Il disagio aumenta però vertiginosamente al Sud (43%), pur essendo acuto anche nel Nord-Est (37%) e nelle Isole (36,5%). il 40% delle famiglie dichiara inoltre di avere difficoltà a pagare rate e canoni.

Fonte: www.repubblica.it

 

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.