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Home > Milleproroghe, il governo pone la fiducia Pd: “Pluralismo a rischio estinzione”

Milleproroghe, il governo pone la fiducia Pd: “Pluralismo a rischio estinzione”

24 de fevereiro de 2011 - Por Comunità Italiana

L'esecutivo sostituisce il decreto con un maxiemendamento e lo blinda alla Camera. Dopo la bocciatura imposta da Napolitano fumata nera sulla riscrittura del testo. Si voterà domani mattina a Montecitorio, poi la legge passerà al Senato. Dal primo aprile sparisce il divieto il divieto di acquisire giornali per chi possiede le tv. Gentiloni: "Grave". La replica: formale, il termine resta il 31 dicembre

ROMA – Il governo ha posto la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto milleproroghe che aveva ricevuto rilievi da parte del Capo dello Stato e che è all'esame della Camera. Già ieri sera il governo aveva annunciato 1 l'intenzione di porre la fiducia, questione di fiducia posta in aula alla Camera dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito. Il maxiemendamento al decreto Milleproroghe è stato presentato ieri sera e sottoposto all'esame delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio.

{mosimage}Il provvedimento comprende il testo licenziato dal Senato al netto delle modifiche apportate in seguito ai rilievi di costituzionalità del Quirinale. In sede di commissione alla Camera il decreto non era stato sottoposto a discussione e voto a causa del cosiddetto "autostruzionismo" della maggioranza che si trovava a non avere i voti necessari per l'approvazione. Entro domani mattina il decreto emendato sarà votato alla Camera. Il Milleproroghe dovrà però essere sottoposto a una terza lettura in Senato, dove, con molta probabilità, sarà nuovamente posta la fiducia, visti i tempi ravvicinati di scadenza del provvedimento previsti per domenica 27 febbraio. La votazione finale in Senato dovrebbe svolgersi sabato mattina. Domani alle 18 verrà esaminato dalle commissioni di Palazzo Madama. 

Mentre l'esecutivo procede a tappe

forzate, dall'opposizione si leva l'allarme del Pd per il pluralismo dell'informazione a rischio. "Nella babele del maxiemendamento del governo al Milleproroghe – denuncia Paolo Gentiloni, responsabile Forum Comunicazioni del Partito Democratico – alla fine il divieto di acquisto di giornali da parte di chi ha una posizione dominante nella Tv verrebbe prorogato solo fino al 31 marzo. E' grave che un limite a tutela del pluralismo, previsto perfino dalla legge Gasparri, sia così destinato a scomparire tra cinque settimane".

Gentiloni fa riferimento al comma (il 12 duodecies dell'articolo 2) del decreto che fissava al 31 dicembre prossimo la scadenza del divieto degli "incroci" tra giornali e reti televisive, "saltato" nel maxiemendamento. "Ma il termine resta invariato" si affretta a spiegare il presidente della Commissione bilancio, Giancarlo Giorgetti, illustrando questa mattina in aula alla Camera i risultati dell'esame svolto dalle commissioni.

Giorgetti parla di "coordinamento formale", affermando che la soppressione del comma si rendeva necessaria "in quanto la proroga è già contenuta nell'allegato 1 del decreto legge, fino al 31 marzo 2011, successivamente prorogabile fino al 31 dicembre 2011 con il previsto decreto del presidente del consiglio". Il governo, rappresentato dal sottosegretario all'Economia, Alberto Giorgetti, ha accolto questa proposta, insieme alle altre modifiche di coordinamento formulate da Giancarlo Giorgetti.

Antonio Di Pietro vede nel ricorso alla fiducia per il Milleproroghe "un atto in odio al Presidente della Repubblica e al Parlamento. Perché lo strumento è ingiustificato – argomenta il leader dell'Italia dei Valori – e perché con il decreto si tenta di far entrare dei provvedimenti a vantaggio di alcuni cittadini, in danno di altri, e sempre i cittadini della casta e della cricca".

Il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, torna invece sul Milleproroghe per evidenziarne la vera essenza: "E' l'ennesima manovra economica". "Questo governo – spiega Rutelli – ha iniziato dicendo che non si sarebbe fatta più la Finanziaria, oggi ci ritroviamo che ne facciamo cinque in un anno. Il milleproroghe è diventato l'ennesima, raccogliticcia manovra economica". 

"No, non sono soddisfatto e posso dire che sono confuso circa il mio voto alla fiducia". Così Domenico Scilipoti, ex Idv ora passato al gruppo dei Responsabili, ha commentato la modifica sull'anatocismo bancario apportata con il maxiemendamento al decreto Milleproroghe. Ieri Scilipoti aveva minacciato il suo no alla fiducia se non fossero state cambiate le norme del decreto. Ma la modifica presentata ieri dal Governo, secondo il deputato, "prevede solamente che i cittadini che abbiano vinto una causa contro le banche" per il pagamento degli interessi sugli interessi "non debbano restituire il denaro del risarcimento", mentre rimangono invariati i tempi di prescrizione che partono dall'ultimo movimento bancario e non dalla chiusura del conto come invece richiesto. "Qui in Parlamento c'è un gruppo che vuole tutelare gli interessi dell'ex Antonveneta, ora Monte dei Paschi di Siena – dice Scilipoti – e nessuno parla dei rapporti che intercorrono tra i vertici del Monte Paschi e alcuni parlamentari". Il deputato dei Responsabili dice di non avere ancora deciso se voterà la fiducia e di avere chiesto un incontro con il presidente del Consiglio.

Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc, è categorico: "Non voteremo il decreto che è una cosa abbastanza indecente. E' un provvedimento corporativo e settoriale – aggiunge il leader centrista – che va incontro a singoli interessi, proprio il contrario di ciò che serve al paese e noi voteremo contro".

Ermete Realacci, del Pd e ambientalista, rileva un solo elemento positivo nel maxiemendamento del governo: "Almeno è stato fermato un ennesimo regalo all'illegalità. L'abrogazione del blocco delle demolizioni delle case abusive in Campania mette la parola fine ai reiterati tentativi di alcuni esponenti di questa maggioranza di premiare gli abusivi e il cemento illegale". Dello stesso parere anche Legambiente Campania.

Perplesso, infine, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: "Roma, essendo il più grande Comune di
Italia, ha diritto ad avere un numero maggiore di consiglieri e assessori, come in passato". Il sindaco si è poi detto certo che "ci saranno altre occasioni, dal punto di vista legislativo, per riproporre la questione, ma per adesso andiamo avanti cosi".

Fonte: www.repubblica.it

 

 

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A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.