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Home > G20: tensione Obama-Putin

G20: tensione Obama-Putin

05 de setembro de 2013 - Por Comunità Italiana

Si apre a San Pietroburgo il vertice del G20, il primo a presidenza russa, che entrerà nel pomeriggio (alle 16:00 locali, le 14:00 in Italia), con la cerimonia ufficiale di benvenuto di Putin ai capi di Stato e di governo e a tutti i rappresentanti delle organizzazioni internazionali invitate. Un momento che sarà preceduto da una serie di bilaterali (anche tra il premier Letta e il leader del Cremlino) e seguito dalla prima sessione di lavoro sui temi economici, dedicata alla situazione dell’economia globale, alla riforma finanziaria e alla questione fiscale. Poi in serata tutti al Peterhof, la Versailles russa, per una cena di lavoro che sarà conclusa da uno spettacolo musicale sullo sfondo della cascata di fontane dell’ex residenza estiva degli zar. È ufficiale invece che non ci sarà nessun incontro separato a tu per tu tra il presidente americano Obama e Putin.
GLI INCONTRI DI LETTA – Il «primo appuntamento in agenda per Letta – si legge in una nota diffusa da palazzo Chigi a margine del summit – l’incontro bilaterale con la Presidente della Repubblica di Corea, Park Guen-hye. «Seguiranno nelle prossime ore, già confermati, incontri bilaterali con il Messico e, intorno alle 13.30, il vertice con il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin». Ancora incerto, fanno invece sapere fonti di governo, il timing dell’incontro con il presidente brasiliano Dilma Rousseff.

«L’ITALIA NON PIU’ SORVEGLIATA SPECIALE» – «È il primo G20 senza che l’Italia sia il grande sorvegliato speciale. Per me è fonte di grande soddisfazione», ha detto il premier Letta parlando durante il briefing con la stampa a San Pietroburgo, al termine del bilaterale con il presidente russo Putin (con cui «abbiamo fissato il vertice Italia-Russia il 26 novembre a Trieste»). «Vorrei che tutti in Italia – ha aggiunto – fossero consapevoli di questa cosa e convinti di quanto questo sia un fatto importante». «Questo è un G20 con al centro il tema della crescita e del lavoro e non dell’austerità – ha continuato Letta -. La parola crescita prima era una bestemmia, oggi il cuore del G20». Il vertice di San Pietroburgo «passi alla Storia come il G20 della fine della crisi – si è augurato il premier – dove non si parla più solo di salvataggi ma di crescita e sviluppo». «Con Putin – ha aggiunto – ho avuto un incontro molto significativo. L’ho spinto fortemente a guidare un G20 in cui gli obiettivi diventino obiettivi con risultati pieni e non parziali». Sulla situazione italiana, invece, Letta glissa: «Ci sono talmente tanti obiettivi da raggiungere in queste 24 ore» al G20 che «farei danno dell’Italia se mi deconcentrassi da questi obiettivi», ha detto rispondendo a una domanda sull’eventualità di una crisi di governo.

LA CRISI SIRIANA E GLI ITALIANI IN LIBANO – A proposito della guerra contro Damasco Letta ha ripetuto che «Questo G20 è l’ultima occasione per trovare soluzioni politiche e negoziate sulla Siria». «Dobbiamo prendere sul serio la lettera inviata dal Papa», ha aggiunto. Poi il presidente del consiglio ha spiegato che l’Italia ha dispiegato verso le coste del Libano il cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria a sostegno della nostra missione militare nel Paese. «La nostra preoccupazione è al massimo – ha detto Letta -. Abbiamo dispiegato l’Andrea Doria, verso le coste del Libano, per un’azione di protezione e supporto logistico alla nostra missione militare» nel Paese. Il premier ha precisato che «più di 1.000 soldati (italiani) sono presenti in Libano» nell’ambito della missione Unifil.

«NESSUNA FREDDEZZA CON GLI USA» – «A me non risulta nessun punto di freddezza» fra Roma e Washington, ha puntualizzato il premier. «Dobbiamo trovare forme e modi affinché la sanzione (contro Damasco) ci sia: non si può far finta di niente». «La posizione dell’Italia – ha chiarito infine Letta – è tradizionalmente che rifugge gli unilateralismi, ma che ricerca il multilateralismo. L’atteggiamento di Obama è positivo e intelligente, di cercare il più possibile forme di riflessioni comune». Il presidente del consiglio ha quindi espresso «comprensione» nei confronti dell’atteggiamento del presidente Usa sulla Siria ma senza un avallo delle Nazioni Unite, ha ripetuto, l’Italia è «impossibilitata» a intervenire.

«L’EUROPA SIA UNITA» – Il premier, parlando sempre della crisi siriana, ha detto che «La cosa peggiore sarebbe che l’Europa arrivasse con ognuno che dice una cosa diversa e sto lavorando a far sì che l’Europa riesca ad esprimere una voce la più unitaria possibile». Fra le paure più grandi quelle delel conseguenze economiche di un conflitto: «Non siamo preoccupati solo delle conseguenze politiche ma anche di quelle economiche e dell’instabilità che può portare sui mercati» una guerra in Siria.

Fonte: Corriere

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.