Nelle Filippine e’ ancora emergenza umanitaria per le conseguenze del tifone Haiyan e Papa Bergoglio ha lanciato un appello per la popolazione colpita.
“Stiamo pregando e unendo le forze per aiutare nostri fratelli e sorelle delle Filippine colpiti dal tifone. Queste sono le belle battaglie da combattere per la vita mai per la morte”, ha detto il pontefice al termine dell’Udienza Generale. Intanto, dopo che il presidente filippino ha ridimensionato a 2.500 morti il bilancio del disastro, l’emergenza umanitaria ha prodotto una nuova tragedia: otto persone sono morte per il crollo di un muro durante l’assalto a un magazzino di riso nei pressi di Tacloban, la citta’ piu’ colpita dalle devastazioni.
Poliziotti, militari e guardie private erano schierati a protezione del magazzino di Alangalang, citta’ a 17 chilometri da Tacloban, ma sono stati sopraffatti dalla folla che si e’ portata via 129.000 sacchi da 50 chili l’uno. Solo 33.000 sacchi contenevano riso pronto per essere cotto e mangiato mentre gli altri 96.000 erano di grani ancora da raffinare.
Solo una parte dei saccheggiatori erano spinti dalla fame mentre altri erano profittatori intenzionati a rivendere il riso sul mercato nero. Problemi anche per la sepoltura delle vittime in una fossa comune: l’operazione e’ stata interrotta da alcuni spari. I medici legali che avrebbero dovuto assistere alla sepoltura sono stati fatti allontanare dalla polizia e i camion che trasportavano le salme sono dovuti rientrare alla base.
Il ritardo complica ulteriormente gli sforzi per dare sepoltura alle migliaia di vittime del tifone, i cui corpi giacciono numerosi per le strade di Tacloban, rilasciando odore insopportabile. Un funzionario del comune ha lamentato che la loro raccolta e’ stata interrotta per mancanza di sacchi speciali in cui avvolgerli. Il Giappone ha fatto sapere di essere pronto a inviare fino a mille militari nelle zone colpite, oltre ad un numero imprecisato di aereoi. Le truppe verrebbero schierato nella zona di Tacloban, che per un’ironia della Storia fu la prima citta’ filippina che le truppe Usa liberarono dall’occupazione giapponese, nel 1944, durante la Seconda Guerra mondiale. L’aeroporto internazionale di Tacloban e’ stato preso d’assalto dagli sfollati, ma la Protezione civile ha limitato il numero dei voli per dare priorita’ agli aerei che straportano aiuti.
Lo scalo Daniel Z.Romualdez e’ stato riaperto lunedi’, ma le torri di controllo e le apparecchiature radar sono state gravemente danneggiate. In un comunicato, la compagnia Cebu Air ha spiegato che operera’ quattro voli tra Cevu e Tacloban fino al 25 novembre. (Agi)