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Home > Mal comune mezzo gaudio?

Mal comune mezzo gaudio?

13 de novembro de 2013 - Por Comunità Italiana
Mal comune mezzo gaudio?

FabioPortaUna crisi sottile ma ormai evidente colpisce tutti i partiti politici italiani, nessuno escluso

A meno di un anno dalle ultime elezioni politiche italiane i principali partiti politici sono alle prese con una vera e propria “rivoluzione copernicana”, che nel giro di poche settimane potrebbe dare all’Italia un quadro politico nuovo e per certi versi imprevedibile.
Il maggiore partito politico, il Partito Democratico (PD), affronterà tra pochi giorni il suo Congresso Nazionale e quindi – l’8 dicembre – le elezioni ”primarie” per la scelta del nuovo leader.
Il trauma della mancata-vittoria alle ultime elezioni non è ancora stato elaborato e superato dal partito, che nel giro di soli cinque anni ha già cambiato ben quattro segretari (Veltroni, Franceschini, Bersani ed Epifani); i due principali candidati alla segreteria del partito, Gianni Cuperlo e Matteo Renzi, rappresentano due visioni distinte della politica e del partito e non è scontato che la vittoria dell’uno o dell’altro riesca a tenere unita l’eterogenea base elettorale e un gruppo dirigente formato ancora dalla classe politica dei due partiti che diedero vita al PD: i “Democratici di Sinistra” e la “Margherita”.
Non meno stabile e tranquilla la vita dell’altro grande partito italiano, il “Popolo della Libertà”: per la prima volta il partito di Silvio Berlusconi appare spaccato in due; un’ala ‘moderata’, che si riconosce nel Vice Presidente del Consiglio Alfano e nei quattro ministri del governo guidato da Enrico Letta e la cosiddetta ala dei ‘lealisti’, fedeli ad oltranza al loro capo e pronti a fare cadere il governo e a nuove elezioni per evitare la decadenza dalla carica di senatore di Berlusconi.
La terza forza che sostiene l’attuale governo di larghe intese è “Scelta Civica”, il partito nato dall’incontro tra l’ex Primo Ministro e Senatore a vita Mario Monti e il leader della Unione Democratica Cristiana, Pierferdinando Casini; anche questo gruppo è spaccato in due (o forse in tre), con un settore che guarda ad una possibile unificazione con il nuovo centrodestra (prossimo erede del post-berlusconismo) ed un’altra che vede con attenzione alla probabile vittoria di Renzi e quindi alla nascita di un centrosinistra post-ideologico condizionato da una forte componente di stampo cattolico.
Nessuno sembra trarre beneficio da questo mini-terremoto che colpisce i tre partiti che sostengono l’attuale coalizione di governo. Il “Movimento 5 Stelle”, vera sorpresa delle ultime elezioni, viene dato in tutti i sondaggi molto al di sotto dal recente risultato elettorale e in qualche modo è anch’esso alle prese con una crisi di identità nel conflitto latente (anche se non ancora evidente) tra i suoi parlamentari da un lato e i veri leader del movimento, Grillo e Casaleggio.
E non possiamo certo dire che le formazioni politiche minori presenti in Parlamento e anch’esse all’opposizione, la Lega Nord e SEL-Sinistra Ecologia e Libertà, vadano meglio. Anzi.
Cosa succede, allora? Quali letture e quali considerazioni far derivare da una situazione così poco chiara e logica? Difficile arrivare a delle conclusioni definitive e coerenti, perlomeno ora.
Probabilmente le ultime settimane del 2013 contribuiranno a chiarire il tutto, anche grazie al risultato del Congresso del PD da un lato e al voto definitivo del Senato sulla decadenza di Berlusconi dall’altro. Una cosa, però, è certa: questo sistema politico e questo assetto istituzionale non sono più in grado di rispondere alle domande che emergono drammaticamente dalla gravissima crisi economica e dalla perdita di credibilità dei partiti politici in Italia.
E’ per questo motivo che la risposta migliore a tutto ciò, comunque la si pensi e a qualsiasi ‘fazione’ si appartenga, sarebbe quella di fare subito le due riforme che tutti gli italiani aspettano ormai da tempo: una legge elettorale semplice e chiara, che dia agli elettori la scelta di chi si manda in Parlamento e definisca in maniera inoppugnabile chi vince le elezioni e quindi va al governo, una modifica del bicameralismo ‘perfetto’ con l’eliminazione del Senato (e la creazione del “Senato delle regioni”) e una riduzione drastica e radicale del numero dei parlamentari.
Non saranno sufficienti, queste riforme, a cambiare l’acqua in vino, a spezzare cioè in un colpo solo questa sorta di ‘circolo vizioso’ che avvelena da troppo tempo la politica italiana; serviranno però sicuramente a frenare la deriva demagogico-populista alla quale attingono certi movimenti interessati più allo sfascio e al ‘tanto peggio tanto meglio’ che non al futuro del Paese e – di conseguenza – a ridare fiducia nelle istituzioni democratiche e nel loro ruolo indispensabile di motore della ripresa socio-economica, che da anni l’Italia sta aspettando.

Comunità Italiana

A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.