Il ministro dell’Economia esclude l’ipotesi di una manovra correttiva. Lo conferma lo stesso Pier Carlo Padoan in una intervista al Corriere della Sera.
“Molti Paesi ancora rispettano” la regola del 3%, spiega Padoan, “a partire dalla Francia. Noi la rispetteremo”.
Al giornalista che gli chiede se alla luce delle ultime polemiche appoggiare Juncker alla presidenza della Commissione Ue sia stata una mossa corretta, il titolare di via XX Settembre spiega: “Le ripeto quello che il presidente Renzi ha sempre detto: “La prima cosa da fare e’ vedere quali sono i programmi e mettersi d’accordo, poi si fanno le scelte sulle persone”. “Ho riscontrato un’adesione molto vasta e convinta alla crescita. Le contrapposizioni tra crescita/austerita’, Nord/Sud, Paesi che hanno fatto riforme/quelli che non le hanno fatte, sono spesso dannose e costruite artificiosamente. E l’Italia – spiega il ministro dell’Economia – potrebbe giovarsene al pari di tutti i Paesi europei”.
“Martedi’ all’Ecofin si entrera’ nel vivo dei grandi temi: ci sara’ un ampio dibattito sulla crescita e sulle riforme strutturali, uno dei pilastri della strategia sulla quale vorremmo fare passi concreti nel semestre di presidenza italiana. Lo dico una volta per tutte: le regole ci sono e hanno ampi margini di flessibilita’, che va usata al meglio.
Finora e’ stata usata con parsimonia anche perche’ e’ mancato un chiarimento su quale sia l’impatto delle riforme sulla crescita. Su questo vogliamo lavorare”. dice il ministro.
“Prima di tutto noi non chiediamo riforme. Le stiamo facendo a una velocita’, bisogna darne atto al presidente, mai vista. Dopo l’estate chiudiamo quella fiscale. E poi l’Italia – sottolinea Padoan – e’ un Paese che in termini di aggiustamento fiscale e’ ai primissimi posti e la sostenibilita’ del suo debito e’ certificata dalla Commissione Ue. Non andiamo in giro col cappello in mano non avendo fatto i compiti. Li abbiamo fatti, e questo ci e’ riconosciuto” “A livello tecnico il dibattito” sull’impatto delle riforme “e’ aperto da tempo”, spiega Padoan, secondo il quale “si dovrebbe tenere conto del fatto che le riforme hanno un effetto che si rafforza nel tempo ma che nell’immediato e’ meno visibile.
Oppure che in una zona altamente integrata come l’Europa, se tutti fanno le riforme, c’e’ un vantaggio per tutti”.
“Il primo sforzo e’ essere tutti d’accordo su una cosa: in Europa ci vuole piu’ crescita per creare lavoro. Per questo – aggiunge Padoan – bisogna mettere in campo molti strumenti e le riforme sono al primo posto”. “I numeri che stanno nel Def sui proventi attesi” dalle privatizzazioni “sono confermati. Per Poste c’e’ l’ipotesi di dedicare un po’ piu’ di tempo alla valorizzazione. Poi ci sono anche altre dismissioni in campo”, spiega il ministro dell’Economia.
Il ministro spiega inoltre che al vaglio del governo ci sono altre dismissioni, soprattutto per quelle aziende, come Eni ed Enel, che “hanno una partecipazione diretta dello Stato che e’ ancora cospicua e tale da garantirne il controllo pur in caso di ulteriori cessioni”. (AGI) .