Per votare la riforma del Senato si va avanti ad oltranza. La decisione è arrivata nella notte dalla conferenza dei capigruppo, che ha stabilito la seduta no stop dell’Aula fino al voto finale sul ddl di riforma. Si proseguirà dunque anche fino a dopo le 24, “in modo da garantire – ha spiegato il presidente Pietro Grasso – le dichiarazioni sul voto finale per domani alle 9:30”. E “sarà una giornata lunga e positiva”, ha commentato il
ministro per le Riforme Maria Elena Boschi mostrando ottimismo e soddisfazione circa il provvedimento.
L’Aula del Senato ha approvato l’articolo 10 del ddl costituzionale sulle riforme con 189 voti a favore, 39 contro e 11 astenuti. Viene riscritto l’iter di formazione delle leggi previsto dalla Costituzione. Nelle sue linee generali, l’articolo 10 del ddl affida prioritariamente il compito di legiferare alla Camera dei deputati mentre all’Aula di Palazzo Madama vengono attribuite competenze su leggi specifiche, come quelle costituzionali.
Entra in Costituzione la possibilità di indire un referendum propositivo e d’indirizzo. Il Senato approva con 220 sì, 11 no e 13 astenuti l’emendamento dei relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli all’articolo 11 del ddl sulle riforme istituzionali.
Entra in Costituzione la doppia soglia per firme e quorum per referendum abrogativi. Ok del Senato, con 215 sì, 11 no e 13 astenuti all’ emendamento dei relatori che stabilisce: se le firme sono 500 mila, il quorum è 50% più uno degli aventi diritto. Se sono 800 mila, quorum è la maggioranza dei votanti.
Rispuntano”pianisti”, duello M5S-Grasso in Aula – Duro scontro in Aula tra i senatori del M5S ed il presidente del Senato Pietro Grasso. I parlamentari cinquestelle lamentano di non riuscire più a prendere parola in Aula ed ironizzano aspramente sulle richieste di contenere i tempi da parte di Grasso al quale rispondono con un “obbedisco” o “decida lei”. Il presidente replica ricordano ai senatori 5S che il tempo concesso loro dal regolamento è terminato. La polemica è tornata ad animare la discussione quando il presidente dei senatori cinquestelle Vito Petrocelli ha chiesto di annullare alcune votazioni per “l’azione di alcuni pianisti in Aula” che “hanno inserito delle palline” sul bottone del voto in modo da votare anche in loro assenza. Grasso ha detto di aver preso nota dell’accaduto e che, in ogni caso, “ai fini del voto è stato ininfluente”. “Il fatto è gravissimo e sarà deferito al consiglio di presidenza”, ha aggiunto. Il M5S ha protestato fortemente.
Palazzo Madama stringe su ddl Boschi. Approvate nuove norme sull’ elezione del capo dello Stato. Un emendamento riporta a 500 mila il numero delle firme per un referendum, ma con quorum più basso se le firme sono più di 800mila. Solo la Camera darà la fiducia al governo.
Cambia Titolo V, via legislazione concorrente – Via libera del Senato all’art. 30 del ddl riforme che modifica il Titolo V della Costituzione. Scompare la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e sono ampliate le competenze esclusivamente statali. Lo Stato potrà esercitare una “clausola di supremazia” verso le Regioni a tutela dell’unità della Repubblica e dell’interesse nazionale.
Approvate nuove norme su elezione capo Stato – L’Aula del Senato ha dato il via libera agli articoli 21-24 della riforma costituzionale, che riguardano il presidente della Repubblica. L’articolo 21, in particolare, modifica il sistema di elezione del capo dello Stato, escludendo dalla platea i tre delegati in rappresentanza delle Regioni e modificando il quorum di elezione.
Relatori riportano firme referendum a 500mila – Un emendamento dei relatori riporta a 500 mila il numero delle firme per chiedere un referendum. Ma se i proponenti avranno raccolto più di 800 mila firme, scatterà un quorum più basso per l’approvazione, calcolato sulla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni. Altrimenti servirà, come oggi, la maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Ok Senato, solo Camera darà fiducia a governo – “Il governo deve avere la fiducia della Camera dei deputati”. E’ quanto afferma l’art. 25 del ddl costituzionale, approvato in Aula al Senato con 179 sì, 40 no e 8 astenuti. Con questa modifica costituzionale il nuovo Senato non avrà il potere di dare e togliere la fiducia al governo, potere che spetterà alla sola Camera.
Via libera Senato a soppressione Cnel – Via libera dell’Aula del Senato alla soppressione del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. L’assemblea infatti approva l’art. 27 del ddl riforme che ne prevede l’abolizione, con 203 voti favorevoli, 11 contrari e 7 astenuti.
Ok Senato art.28, via Province da Costituzione – Via libera dell’Aula del Senato alla soppressione delle Province dall’art. 114 della Costituzione. L’Assemblea ha approvato infatti con 179 sì, 41 no e 9 astenuti l’art. 28 del ddl riforme, che sopprime la menzione delle Province tra le articolazioni territoriali della Repubblica.
Relatori, 150 mila firme per leggi popolari – Non più 250 mila, ma 150 mila firme per le proposte di legge di iniziativa popolare. E’ quanto prevede un emendamento dei relatori al ddl riforme, che innalza la soglia di 50 mila firme previste dalla Costituzione attuale, ma ridimensiona il testo approvato dalla commissione.
Emendamento relatori su referendum propositivi – L’introduzione di referendum propositivi e d’indirizzo. E’ prevista da un emendamento dei relatori al ddl riforme. “La legge costituzionale”, afferma la norma che dovrà essere votata in Aula, stabilisce “condizioni ed effetti” di quei referendum e “di altre forme di consultazione, anche delle formazioni sociali”.
(ANSA)