Quello di fine anno potrebbe essere l’ultimo discorso agli italiani dell’attuale Presidente
Giorgio Napolitano è stato l’unico Presidente della Repubblica italiana ad essere rieletto per due volte consecutive; nonostante il lungo mandato di sette anni e la sua non giovane età, lo scorso anno il Parlamento italiano lo ha confermato come Capo dello Stato per un periodo di altri sette. Nel 2015 il Presidente compirà novanta anni e, se dovesse compiere l’intero ‘settennato’, lascerebbe il Palazzo del Quirinale alla veneranda età di 95 anni!
Così non sarà, anche perché lo stesso Presidente fin dalla sua rielezione ha fatto intendere di volere rimanere in carica per un periodo breve, possibilmente coincidente con l’approvazione delle tanto attese riforme elettorali ed istituzionali.
Da qualche settimana però circola con sempre maggiore insistenza la voce di un imminente rinuncia di Giorgio Napolitano, che coinciderebbe con la conclusione del semestre italiano di presidenza dell’Unione Europea e non più con l’approvazione delle riforme da parte del Parlamento; a pesare sarebbero soprattutto l’età e quindi le non più ottimali condizioni fisiche del Presidente, non più in grado di reggere al cento per cento gli intensi ritmi dell’agenda presidenziale, nonché le continue fibrillazioni della politica italiana.
E’ per questi motivi che il tradizionale “discorso di fine anno” del Presidente della Repubblica si carica quest’anno di aspettative più grandi del solito: sarà questa l’occasione per il fatidico annuncio?
Non sappiamo se così sarà, ma poco importa; ciò che è quasi certo è che nel corso del 2015 il Parlamento in seduta congiunta sarà chiamato a riunirsi per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica. E sarà la prima volta (sempre che non siano convocate prima elezioni anticipate!) che uno stesso Parlamento sarà convocato due volte nel corso della stessa legislatura per eleggere un Capo dello Stato.
Non sarà facile trovare un’intesa su un nuovo nome, e questo sia in ragione della complessa e pesante eredità che un politico del calibro di Napolitano ci lascia, che a causa delle divisioni che esistono tra i partiti politici e forse all’interno stesso del maggiore partito politico italiano, il Partito Democratico.
Del resto la ri-elezione di Napolitano nel 2013 si dovette proprio all’incapacità dei parlamentari italiani di convergere su un nome condiviso; gli stessi nomi proposti allora dal Partito Democratico (l’ex Presidente del Senato Franco Marini e l’ex Primo Ministro Romano Prodi) non raggiunsero il ‘quorum’ dei voti necessari a causa di un elevatissimo numero di “franchi tiratori”, come sono chiamati in Italia i parlamentari che nel segreto dell’urna votano in dissenso dalle indicazioni del proprio partito.
Comunque vada, una cosa è certa: Giorgio Napolitano è stato un grande Presidente della Repubblica, e ciò sia in virtù delle straordinarie qualità di uomo politico che (e soprattutto, direi) delle delicatissime crisi politiche, che nel corso di questi lunghi anni si è trovato ad affrontare, e spesso a risolvere, con grande saggezza e lungimiranza. Direi di più: se nel corso di questi ultimi dieci anni l’Italia ha potuto continuare a godere di un grande prestigio a livello internazionale è stato proprio grazie al prestigio ed all’autorevolezza dell’inquilino del Quirinale.
Anche per questo noi tutti in Italia gli saremo sempre grati e riconoscenti.