La vicenda legata al contenzioso fiscale che da anni vede contrapposti Diego Armando Maradona e l’erario per il saldo di un debito tributario pari a quasi 40 milioni di euro finisce adesso all’attenzione di un giudice penale. Il gup del tribunale di Roma Chiara Giammarco, infatti, deve decidere il 18 marzo prossimo se rinviare a giudizio per diffamazione l’ex calciatore del Napoli accusato dalla procura di aver offeso con una serie di dichiarazioni rese tra il maggio e il giugno del 2012 la reputazione di Equitalia e del suo presidente dell’epoca Attilio Befera.
Al ‘Pibe de Oro’, in particolare, il pm Nicola Maiorano ha contestato di aver detto ripetutamente (tra interventi pubblici e interviste a organi di stampa) “di essere vittima di una strumentale persecuzione da parte di Equitalia sulla base di documentazione falsa e di procedure irregolari che lo aveva portato vicino a gesti irreparabili, come accaduto ad altre persone”. Dichiarazioni che l’ex numero 10 partenopeo fece direttamente o tramite il suo difensore, l’avvocato Angelo Pisani, per il quale e’ stato chiesto il giudizio per lo stesso reato. Equitalia, attraverso gli avvocati Emilio Ricci e Antonella Follieri, si costituira’ parte civile ritenendosi vittima di “un’ampia e denigratoria campagna di stampa” che l’ha rappresentata come “un Ente ingiusto, prevaricatore e volto a esasperare le difficolta’ economiche dei contribuenti meno abbienti, definiti vittime del sistema fino a essere condotti al suicidio”.
Le parole di Maradona, secondo i legali di Equitalia, sono apparse lesive della reputazione oltre che indimostrate e gratuite, per “aver alimentato anche quel clima di aggressione che si e’ creato attorno all’Ente culminato con una serie di gravi attentati ai danni della dirigenza e del personale”.(AGI)