Salgono a 14 gli arresti effettuati dalle forze di sicurezza britanniche che stanno indagando sull’attentato suicida commesso il 22 maggio alla Manchester Arena dal ventiduenne di origini libiche Salman Abedi, che si è fatto saltare in aria nel foyer del palazzetto durante un concerto di Ariana Grande, uccidendo 22 persone.
Caccia ai complici del kamikaze
Le autorità inglesi hanno iniziato una vera e propria caccia ai complici del kamikaze che ha portato al fermo di 14 persone. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono un 19enne fermato a Gorton, un quartiere di Manchester nella notte di domenica e un 23enne fermato nella città costiera di Shoreham-by-Sea, a più di 400 chilometri da Manchester, nella contea di West Sussex, un altro segnale che induce a pensare all’esistenza di una rete jihadista collegata all’attacco.
Tra gli arrestati c’è Ismail Abedi, un fratello dell’autore dell’attacco. In Libia sono stati arrestati un altro fratello di Salman, Hashim Abedi, e il padre dell’attentatore, Ramadan Abedi. La situazione viene seguita direttamente dalla premier britannica, Theresa May, tornata in anticipo dal G7 di Taormina, anche se è stato abbassato da “critico” a “grave” il livello di allerta in Gran Bretagna. Ciò significa che il rischio di nuovi attentati resta alto ma non è più considerato imminente.
I servizi segreti di Sua Maestà sotto accusa
Intanto sotto accusa finiscono i servizi segreti britannici. L’MI5, il servizio di intelligence britannica, ha aperto due indagini interne per accertare eventuali errori che avrebbero potuto evitare la strage di Manchester. Come riferisce The Guardian, le inchieste cercheranno di stabilire come sia stato possibile ignorare tre avvisi sulla pericolositàdi Salman Abedi, il kamikaze della Manchester Arena. Come scrive il quotidiano londinese, la prima inchiesta è stata già condotta la settimana scorsa. Secondo la Bbc, ai servizi erano arrivate informazioni secondo le quali il giovane era radicalizzato da almeno 3 anni. Prima dell’attentato, Abedi era nella lista delle 20.000 persone note all’MI5, ma non in quella delle 3.000 sotto indagine attiva, ha spiegato una fonte all’Independent. (AGI)