Un grande dolore accomuna il Connecticut, il resto degli Stati Uniti e decine di migliaia di cinesi, annullando per una volta ogni barriera fra le due super potenze: e’ morto ad appena otto anni Dorian Murray, il bambino americano malato terminale che aveva emozionato il mondo con la sua richiesta di diventare “famoso in Cina”. L’annuncio del decesso e’ stato dato sulla sua pagina Facebook, la stessa da cui a gennaio il padre aveva lanciato un appello ad avverare l’ultimo desiderio del piccolo. “Dorian ha ottenuto le sue ali da angelo ed e’ ora libero dal dolore”, si legge sul messaggio, “il suo passaggio in paradiso e’ stato molto pacifico”. I medici erano stati costretti da pochi mesi a interrompere le terapie antitumorali per il rabdomiosarcoma che affliggeva Dorian dall’eta’ di quattro anni, in quanto non rispondeva piu’ alle cure contro questa terribile malattia infantile. Tra la disperazione celata a stento dei familiari, decisi a confortarlo in ogni modo nei suoi ultimi giorni, il piccolo aveva raccontato il suo piccolo sogno di eternita’ legato a uno dei monumenti-simbolo dell’Oriente: “Prima di andare in Paradiso voglio provare a diventare famoso in Cina, la terra della Grande muraglia, quel ponte su cui la gente cammina”.
Cosi’ i genitori avevano creato una pagina Facebook rivolta soprattutto ai cinesi e ai turisti in visita alla Muraglia perche’ gli mandassero foto e messaggi di solidarieta’, con l’hashtag #Dstrong (che giocava sulla sua iniziale e le parole ‘sii forte’ in inglese). In appena due mesi sono arrivati migliaia di messaggi di incoraggiamento: da Vip, politici e cittadini Usa, ma in gran parte dalla Cina, con individui, coppie e intere scolaresche e comitive che esibivano cartelli dedicati a quel bambino lontano che aveva sognato la loro terra senza averla mai vista. Persino la redazione di un giornale, il China Daily, si era mobilitata facendosi fotografare al completo, ciascuno con un cartello a comporre il nome del piccolo. Il caso, nella sua semplicita’ ma anche nella sua grande tristezza, ha rilanciato negli Usa il tema della ‘bucket list’, la lista di cose da fare prima di morire, un tema doloroso ma che puo’ unire in un abbraccio il malato terminale e quanti avverano i suoi estremi desideri. (AGI)