Al via martedì sera in anteprima mondiale “Divo Nerone – Opera Rock”, il musical Made in Italy prodotto da Nero Divine Ventures “che infiamma Roma”, soprattutto per le polemiche che hanno accompagnato l’evento e legate alla scelta della location: Vigna Barberini, sul Colle Palatino, nell’area dei Fori Imperiali. “Avevamo messo in conto le critiche riguardo il palco e la scelta del Colle Palatino – spiega Jacopo Capanna, produttore del musical insieme a Cristian Casella – Attenzione però: Vigna Barberini è un posto di solito deserto. Quando abbiamo iniziato a fare i sopralluoghi, la zona era frequentata in media da due o tre turisti. E questo perché è più distante dalla zona dei Fori”. Quanto al palco, definito dai detrattori un ‘ecomostro’ che ‘deturpa il paesaggio’, ‘è stato realizzato dopo aver effettuato tutti i controlli necessari per non danneggiare l’area’.
Il target è il turista straniero
Scopo degli organizzatori è quello di aumentare il turismo a Roma. “Non è semplice riempire i 3000 posti a sedere, ma il 50% dell’intera stagione è già stata prenotata dagli stranieri attraverso i tour operator”: Capanna è ottimista nonostante – ha spiegato all’Agi – quelle prenotazioni non si siano “ancora tradotte in biglietti veri e propri”. Come testimoniano le cinque serate a settimana in lingua inglese contro una in italiano, i produttori hanno scommesso tutto sui turisti: “Ogni giorno nell’area dei Fori Imperiali gravitano circa 45mila persone, dal lunedì alla domenica. E’ su loro che puntiamo in particolar modo. Confidiamo che il grosso degli ingressi arriverà dalle visite giornaliere e che verranno staccati proprio dalla biglietteria”, ha continuato Capanna. E se il musical rock piacerà ai turisti, “resteremo in scena per anni”.
“Nessun timore di attentati”
Ed è sempre Capanna a rassicurare sul rischio attentati: “Siamo in un luogo assolutamente coperto e circondato da mura altissime”. Non solo: “Qui non si entra se non attraverso un varco con dotato di metal detector e tornelli. È molto più sicuro di tante altre location in cui si tengono i concerti all’aperto”. In ogni caso: “Siamo in contatto con polizia e forze dell’ordine per effettuare controlli capillari”.
I nomi (e i numeri) da colossal
Ci sono voluti due anni e il meglio dell’eccellenza italiana per mettere in scena l’opera che racconta 14 anni di vita di Nerone, dal 53 d.C. fino alla sua morte. Per guidare sul palco i 12 attori-cantanti e i 26 tra ballerini e acrobati, sono stati scelti i nomi più altisonanti della televisione italiana e di Hollywood: il regista Gino Landi; lo scenografo 3 volte Premio Oscar Dante Ferretti; Francesca Lo Schiavo, anche lei vincitrice di 3 Oscar per arredo e decoro; la costumista Premio Oscar Gabriella Pescucci; il paroliere e produttore discografico vincitore di due Grammy Awards Franco Migliacci. A illuminare, letteralmente, la scena ci saranno 100 professionisti addetti a luci, macchine, effetti speciali e apparecchiature di scena.
Vicino ai più poveri e moderno, ecco il Nerone che va in scena
Quello interpretato da Giorgio Adamo, sarà “un Nerone moderno, 2.0, diverso da quello raccontato da Svetonio”, ha spiegato Ernesto Migliacci, che cura la produzione artistica del musical per Dueffel Music. Per Migliacci, “la modernità di Nerone risiede nel fatto che era un imperatore molto odiato dal Senato e dall’aristocrazia, ma molto amato dal popolo, per la sua vicinanza ai ceti più umili”. Ed è proprio “quando si rende conto di essere ricambiato che inizia la sua rivoluzione”, ha osservato Migliacci che ha aggiunto: “Ci auguriamo che arrivi anche da noi quel Nerone che mandiamo in scena e che ha l’ambizione di cambiare le cose. Ogni volta che vediamo un politico che afferma di voler cambiare le cose, lo votiamo, ci fidiamo. Poi arriva la delusione. Resta da capire se è il potere che cambia le persone o se è davvero difficile riuscire a farlo”.
Per Giorgio Adamo calarsi nei panni di Nerone non è una passeggiata: “Sento tutto il peso addosso”, ha spiegato l’attore descrivendo il suo personaggio come “fresco, moderno, dotato di una personalità pop rock che arriva a tutti.”
Ma chi sente particolarmente vicino il controverso imperatore della dinastia giulio-claudia è Franco Migliacci: “Avevo un papà molto autoritario, militaresco, che dava ordini a un figlio senza ascoltarlo. Era la mia Agrippina. Poi, quando mi sono trasferito a Roma e ho iniziato a fare delle cose buone, mio padre ha capito che ero dalla parte giusta”.
Dal palcoscenico al piccolo schermo
Una volta calato il sipario, Nerone potrà ‘sbarcare’ sul piccolo schermo. Lo assicura Capanna che spiega che stanno già “portando avanti una trattativa serrata ma piacevole con la Rai per una serie di diritti per remake, riprese televisive, ecc anche per il canale internazionale”. (AGI)