Il ministro degli Esteri (e leader di Alternativa Popolare) Angelino Alfano ha scritto su Facebook lo scorso 31 maggio: «Assistiamo divertiti a queste dichiarazioni sul potere di ricatto e di veto dei “piccoli partiti”. Incredibile. Fin qui i governi li ha fatti cadere solo il Pd, peccato fossero i propri. Enrico Letta, Renzi e adesso vedremo se indurrà anche Gentiloni alle dimissioni oppure lo sfiducerà. In tutti e tre i casi, il segretario del Partito Democratico è sempre lo stesso». Alfano si riferiva con ogni probabilità alle parole del segretario del Pd Matteo Renzi a proposito dell’instabilità causata dai piccoli partiti. Ha scritto che «fin qui i governi li ha fatti cadere solo il Pd»: andiamo a controllare quali sono le responsabilità nelle ultime crisi di governo. La legislatura attuale Nella sua dichiarazione, Angelino Alfano fa riferimento ai governi di questa legislatura, in particolare i governi Letta e Renzi. L’esecutivo guidato da Enrico Letta * Nato dall’accordo tra Partito Democratico e Popolo della Libertà, si insediò con la nomina dei ministri il28 aprile 2013 e terminò 300 giorni dopo, il 14 febbraio 2014, quando il presidente del Consiglio Enrico Lettarassegnò le dimissioni . * La responsabilità delle dimissioni del governo Letta va attribuita al Partito Democratico che il 13 febbraio 2014 aveva approvato, in sede di Direzione nazionale,un documento che rilevava “la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo”. L’esecutivo guidato da Matteo Renzi * Nato appunto dopo le dimissioni di Letta, è caduto a causa della mancata approvazione delle riforme costituzionali nel referendum dello scorso 4 dicembre. * Il 5 dicembre il presidente del Consiglio Renzi rassegnò le proprie dimissioni, ma prima che fossero definitivamente accettate si attese l’approvazione della legge di stabilità, cosa avvenutail 7 dicembre . Il governo Gentiloni entrò quindi in carica dal12 dicembre . * La responsabilità della fine dell’esecutivo Renzi è nuovamente ascrivibile al Partito Democratico, in particolare al suo segretario, che sull’esito del referendumaveva scommesso la propria carriera politica (con diverse sfumature, dal “non mi rivedrete più”, “smetto di fare politica”, al “mi dimetto”). Vero poi, come sostiene Alfano, che il segretario del Pd fosse in queste occasioni sempreil medesimo (e sia lo stesso che adesso, secondo quanto paventa Alfano, potrebbe portare a una prematura conclusione dell’esperienza del governo Gentiloni). Matteo Renzi è infatti stato segretario del Pd dall’8 dicembre 2013 (quando vinse le primarie contro Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati) fino al 19 febbraio 2017, quando si dimise da tale carica e aprì la fase congressuale. È stato quindi rieletto per un secondo mandato da segretario con le primarie del 30 aprile scorso, quandoha sconfitto Andrea Orlando e Michele Emiliano, ed è tuttora in carica. Alfano ha dunque ragione. Le legislature passate: i governi Prodi Anche allargando lo spettro dell’analisi al di là di quanto preso in considerazione da Alfano, il discorso non cambia di molto: è caduto a causa di piccoli partiti soltanto un governo nella storia della Seconda Repubblica: l’esecutivoProdi II . Per quanto riguarda il Prodi I, infatti, nel 1998 i cadde dopo l’uscita dalla maggioranza di Rifondazione Comunista, che alla Camera a ottobrenon votò la fiducia (prima crisi parlamentare della storia repubblicana italiana). Ma Rifondazione comunista all’epoca era un partito che alla Cameraaveva ottenuto , alle elezioni del 1996, l’8,5%. Non un “piccolo partito”. Nel 2008, dieci anni dopo, il secondo governo Prodi invece cadde – di nuovo in una crisi parlamentare – dopo che il Senato negò (con 156 sì, 161 no e 1 astenuto) la fiducia al governo proprio a causa delle defezioni di esponenti di partiti minori. Furono infatti fondamentali per l’esito negativo il voto contrario di due senatori dell’Udeur (1,4% alle precedenti elezioni) e di un fuoriuscito (Sergio De Gregorio) dall’Italia dei Valori (2,9%). Gli altri senatori determinanti erano fuoriusciti da partiti che non si possono considerare “piccoli” (Turigliatto da Rifondazione Comunista; Dini, Fisichella e Scalera dalla Margherita). Gli altri esecutivi Gli altri governi della Seconda Repubblica (Amato I e II, Ciampi, Berlusconi I, II e III,Dini, D’Alema e Monti) sono caduti per altri motivi o sono arrivati al termine della legislatura. * Giuliano Amato – Amato la prima volta si dimise in seguito alla vittoria referendaria della “svolta maggioritaria” promossa da Mariotto Segni. Laseconda volta portò la legislatura a termine.Ciampi , Dini e Monti erano a capo di governi tecnici che portarono il Paese alle urne (pur non avendo completato per intero la legislatura, per la volontà di consistenti settori del sistema politico di tornare al voto). * Silvio Berlusconi – il Cavaliere si dimise nel dicembre 1994 in seguito all’uscita della Lega Nord dalla maggioranza: ma non era un piccolo partito, anzi in origine aveva più deputati e senatori di Forza Italia. Si dimise poi anche nel 2005 a causa dei malumori diAn ,Udc enuovo Psi ma, dopo un rimpasto,ottenne nuovamente l’incarico e restò lui il presidente del Consiglio. Si dimise infine nel 2011, a causadella crisi in cui era sprofondato il Paese, con lo spread sui titoli tedeschi che era fuori controllo e i numeri nelle Camere che si facevano sempre più risicati (e poi insufficienti ) per il governo. * Massimo D’Alema – anche lui che, come Berlusconi, aveva già dato le dimissioni e ricevuto il reincarico in seguito a un rimpasto nel 1999si dimise spontaneamente, dopo il cattivo risultato ottenuto dal centrosinistra alle elezioni regionali del 2000. In conclusione: al di là del peso politico che possono aver avuto i piccoli partiti negli ultimi anni, dei loro poteri di veto e così via – questioni difficili da quantificare – di sicuro i governi, ultimamente, non sono caduti per colpa loro, come dice Alfano. (AGI)