Il 17 gennaio l’annuncio: Barack Obama ha deciso di graziare Chelsea Manning, condannata a 35 anni di carcere. A sorpresa, la Casa Bianca ha annunciato la scelta del presidente americano di commutare la pena: Manning sarà liberata il prossimo 17 maggio. Ex soldato americano (si chiamava Bradley e ha cambiato sesso in carcere), analista d’intelligence, Manning è stata condannata per aver trafugato e passato a WikiLeaks 700mila documenti top secret del Dipartimento di Stato e della Difesa. Rapporti sconvolgenti, in particolare, sulla guerra in Iraq.
La svolta che non soddisfa Assange
I riflettori ora sono tutti puntati su Assange. Ma cosa voglia fare, in realtà, non è per nulla chiaro. In una mail inviata al sito ‘The Hill’ uno dei suoi legali, Barruy Pollack, afferma che la decisione americana è “ben lontana da ciò che volevamo”. “Mr. Assange – prosegue Pollack – aveva chiesto che Chelsea Manning ottenesse clemenza e fosse rilasciato immediatamente”.
Chelsea Manning, la vita in carcere della ‘spia’ di Assange
Obama: non presto attenzione ai tweet di Assange
“Non presto molta attenzione ai tweet di Mr Assange”, ha commentato il presidente Barack Obama nella sua ultima conferenza stampa, liquidando così la domanda dei reporter che gli chiedevano se ora si aspetti che il co-fondatore di WikiLeaks si consegni agli Usa dopo la svolta su Manning.