Il deficit italiano scenderà al 2,4% del Pil quest’anno, dal 2,6% del 2015, e calerà ulteriormente, all’1,9%, l’anno prossimo. Quanto alla crescita, la stima è stata rivista al ribasso (+1,1% nel 2016) ma con una tendenza al miglioramento grazie alla ripresa della domanda interna.
Le nuove previsioni economiche, pubblicate oggi dalla Commissione europea, prendono atto della natura espansiva della legge di stabilità e sono più in linea con le stime del governo italiano, lasciando sperare in una valutazione positiva sui conti pubblici italiani, nelle prossime settimane. Per il 18 maggio è infatti prevista una serie di decisioni nell’ambito del semestre europeo. In particolare, sono in vista il rapporto sul debito (un atto dovuto per tutti i paesi che superano il 60% del Pil) che nel caso dell’Italia è pari al 132,7%, e comincerà a scendere solo nel 2017 (131,8% del Pil), e le “raccomandazioni specifiche per paese”.
Nella stessa occasione, ci si attende il “responso” di Bruxelles sulle richieste di flessibilità italiane: come ha confermato oggi lo stesso Commissario agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, sono in corso “molti contatti” con le autorità italiane “sulla possibilità di concedere flessibilità secondo quanto previsto dal patto di stabilità e crescita e dalla comunicazione del gennaio 2015”.
Moscovici ha detto in particolare di avere incontrato “oltre 10 volte dalla fine dell’anno scorso il ministro Pier Carlo Padoan”: questo, ha spiegato presentando le previsioni economiche di primavera, “significa che dedichiamo la massima attenzione alla situazione italiana e cerchiamo di trovare un terreno comune”. A Bruxelles si ricorda che il massimo che si può concedere per le riforme strutturali e gli investimenti rappresenta lo 0,75% del Pil. L’Italia ha già ottenuto l’anno scorso lo 0,4% e quindi il margine che rimane è pari allo 0,35%. Ma l’Italia ha anche chiesto flessibilità aggiuntiva (pari allo 0,2% del Pil) considerando le spese sostenute per affrontare l’emergenza profughi, e la Commissione ha già fatto sapere che sarà possibile solo per le spese che eccedono quelle dell’anno precedente e sulla base di una valutazione “ex post”, quindi non necessariamente quest’anno.
Più in generale, il commissario francese ha spiegato che l’esecutivo comunitario non intende applicare le regole in modo rigido, proprio per evitare di soffocare la crescita o chiudere le porte ai margini di ripresa. “Questa Commissione europea ha delle regole, che sono le regole fissate dal patto di stabilità e crescita, sulla base delle quali prenderà le sue decisioni”, ma in modo “intelligente, perchè perseguiamo l’obiettivo della ripresa”. Il sistema bancario, dal canto suo, resta appesantito dai crediti inesigibili, che ” continuano a pesare sui bilanci delle banche” italiane, ma “le condizioni del credito continueranno a migliorare nel 2016”. (AGI)