A che punto è la radio digitale in Italia

Non è ancora il momento di dire addio alle radio Fm, ma l’avanzata delle emittenti digitali è irreversibile e i primi ripetitori in modulazione di frequenza sono stati spenti fra le montagne del Tirolo, dove via Dab (Digital audio broadcasting) già si ricevono un centinaio di stazioni
Che cosa è il Dab
Chi fa Dab in Italia
DabItalia, uno dei tre consorzi di emittenti nazionali, ha raggiunto quest’anno la copertura del 78 per cento della popolazione, entro il 2018 coprirà l’intera rete autostradale.
EuroDabItalia ha attivato 52 trasmettitori per oltre il 70 per cento della popolazione, in particolare quella che si muove in auto. Il consorzio Rai entro il 2019 balzerà al 70 per cento del territorio, dal 40 attuale.
Dove il Dab ancora non prende
Le radio Dab, da tenere in casa o automobilistiche, cominciano a diffondersi, e sono un piacere, per qualità e per semplicità d’uso. Ma serve l’infrastruttura. Le emittenti nazionali sono ascoltabili in tutte le maggiori città, ma per l’Italia provinciale la faccenda è un po’ diversa. E le radio locali aspettano. Sono finora circa 25 i consorzi Dab costituiti da emittenti provinciali o regionali.
Il problema dei costi
Le vendite di apparecchi che oltre all’Fm ricevono anche il Dab, in casa o in auto, non decollano. Trovarli sugli scaffali della grande e piccola distribuzione, non è facile: non sono pubblicizzati, e per molti l’acquisto di una radio Dab, costo da 50 euro in su, è ancora un rischio. Un aiuto verrà dall’emendamento inserito dal governo nella Legge di bilancio 2018, che obbliga alla vendita di apparecchi abilitati anche al Dab a partire dal 2020. Così gradualmente, e finalmente, gli amanti della radio si abitueranno alle gioie del digitale radiofonico. (agi)