Ed è proprio questo il tema centrale della Conferenza internazionale di tre giorni in corso a Roma, organizzata da Ifad e dal ministero dello Sviluppo economico cui ha preso parte anche il minsitro Piercarlo Padoan. “Se avessimo aspettato due, tre anni, sarebbe slittato il traguardo del 2030. Questo incontro è importante e urgente”.
“Se la comunità internazionale non investe più nelle zone rurale – sostiene Muthoo – continueremo ad assistere a una massiccia migrazione verso le megalopoli, che negli anni sono diventate sempre meno sostenibili. In pratica, per ottenere città sostenibili bisogna investire nelle zone rurali”. In Africa, in Asia e in America latina la maggior parte delle persone che vive in campagna ha l’agricoltura come unica fonte di reddito. Parliamo di aree non più interessanti per i giovani: “solo investendo in queste zone, costruendo infrastrutture, ospedali, scuole, si riuscirà a evitare la desertificazione”.
Ma soprattutto, è importante puntare sul loro bene più prezioso: la terra. “Le agroindustrie sono fondamentali, ma arrivano in un secondo momento. Per prima cosa è necessario migliorare i metodi di coltivazione – anche attraverso aiuti pratici – per eliminare la fame e assicurare pasti sani alla gente locale e a tutto il Paese. Il secondo passo è quello di aprire i mercati locali e migliorare le tecniche produttive, in modo da permettere alle persone di guadagnare con il lavoro e dare loro la possibilità di acquistare farmaci, frequentare la scuola, curarsi”.
Attiva in 39 Paesi dell’Africa, 21 in Asia, 20 in America Latina e 18 in Medio Oriente ed Europa, l’IFAD è un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Roma, il polo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.(AGI)