E’ stato un attacco coordinato, iniziato in piena notte. Almeno 5 kamikaze hanno puntato agli edifici del governo, tra cui il quartier generale della polizia. I miliziani sono riusciti a prendere il controllo di alcuni quartieri della parte meridionale della città, scontrandosi con le forze di sicurezza.
L’Isis, attraverso la sua agenzia Amaq, si è affrettato a rivendicare l’azione. “Forze di sicurezza, peshmerga e dell’antiterrorismo hanno ristabilito il completo controllo della situazione a Kirkuk”, ha assicurato il governatore, Najmeddin Karim, che ha parlato di cellule dormienti in azione. Secondo fonti locali, dopo l’attacco sono state chiuse tutte le moschee e annullati i sermoni previsti per la giornata santa del venerdì. “Quando ci sono state le preghiere del mattino, ho visto diversi ‘dawaesh’, i miliziani di Daesh, entrare nella moschea di al-Mohammadi”, ha raccontato Abdelhussen, un insegnante che vive nel quartiere di Tesaeen. “Avevano gli altoparlanti e gridavano Allah Akbar, ‘Dio è grande’, e Dawla al-Islam Baqiya, lo ‘Stato Islamico rimarra'”. Kirkuk, che dista 240km a nord di Baghdad, è in una regione ricca di petrolio ed è stata spesso al centro di tensioni. Etnicamente e religiosamente divisa, attualmente è sotto il controllo dei peshmerga curdi che stanno svolgendo un ruolo importantissimo nell’offensiva su Mosul. Proprio l’avanzata su Mosul, che è stata più veloce delle attese, viene ostacolata dai jihadisti con attacchi-kamikaze in ordine sparso. Sempre stamane, uomini armati con indosso giubbotti antiproiettili hanno preso d’assalto una centrale elettrica in costruzione dagli iraniani nella località di Dibis, città a sud-est della zona principale dell’offensiva – Mosul – e a soli 40 km da Kirkuk. Tre attentatori suicidi sono riusciti a infiltrarsi nel cantiere e hanno ucciso quattro tecnici iraniani e altre 12 persone, tra dipendenti locali e ingegneri. (AGI)