Comunità Italiana

Corte Strasburgo processa Italia

La Corte per i diritti umani del Consiglio d’Europa avvia il procedimento contro il governo, accogliendo l’accusa di 182 cittadini di Taranto che ritengono l’esecutivo colpevole di non aver operato per garantire la salute pubblica consentendo all’Ilva di continuare a lavorare ed emettere sostanze ritenute inquinanti e nocive per la salute. La comunicazione, del 27 aprile e resa nota oggi, invita l’Italia a predisporre la difesa. L’organismo di Strasburgo ha accolto e accorpato le due diverse denunce presentate rispettivamente il 29 luglio 2013 e il 21 ottobre 2015, di cui sono primi firmatari Francesco Cordella e Lina Ambrogi Melle, quest’ultima attualmente consigliera comunale a Taranto per il gruppo Ecologisti per Bonelli. La prima denuncia contro il governo e’ firmata da 52 cittadini di Taranto, la seconda da altri 130 cittadini, per un totale di 182 persone contro l’Italia.

Oggi intanto è ripreso il processo Ilva e l’udienza di riavvio e’ stata dedicata alle eccezioni procedurali e alla presentazione di nuove richieste di costituzione parte civile in aggiunta alle mille gia’ avanzate e accettate. Sulle nuove costituzioni di parte civile, il presidente della Corte d’Assise, Michele Petrangelo, si e’ riservato di decidere. La prossima udienza si terrà il 14 giugno.

“E’ un processo molto impegnativo. E’ importante la presenza del governatore Emiliano che ha rinnovato la costituzione di parte civile della Regione Puglia. Siamo animati tutti da uno stesso obiettivo: avere in tempi rapidi una sentenza che accerti la verita'”, ha dichiarato Carlo Maria Capristo, nuovo procuratore della Repubblica di Taranto, alla ripresa del processo in Corte d’Assise per il disastro ambientale dell’Ilva contro 47 imputati, di cui 44 persone fisiche e 3 società, Ilva, Riva Fire e Riva Forni Elettrici. Presidente della Corte e’ Michele Petrangelo, lo stesso magistrato che ha presieduto il primo processo in Assise poi interrotto a dicembre 2015. Ieri la Corte d’Appello ha respinto l’istanza di ricusazione del giudice presentata dalla difesa di uno degli imputati. In aula anche Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, per rappresentare l’ente che aveva deciso di costituirsi parte civile con una deliberazione della giunta di Nichi Vendola. “La Regione Puglia e’ parte civile in questo processo e quindi lo seguira’ con attenzione – ha detto Emiliano – ci coordineremo nell’attivita’ istruttoria con la Procura della Repubblica e con le parti civili. Cercheremo di consentire al processo di procedere piu’ velocemente possibile. La Regione Puglia fara’ le sue richieste di risarcimento danni nei confronti degli imputati che riterra’ responsabili”.

Sono quasi un migliaio le costituzioni di parte civile gia’ ammesse, e tra queste quelle dei ministeri dell’Ambiente e della Salute, Regione Puglia, Comune e Provincia di Taranto, sindacati, lavoratori e famiglie di lavoratori che si sono ammalati e che ritengono l’inquinamento Ilva causa della loro malattia oppure sono morti per infortunio. Costituite in giudizio come parti civili anche diverse associazioni ambientaliste, le organizzazioni che rappresentano agricoltori, allevatori, mitilicoltori e tutte quelle categorie di produzioni della terra e del mare che dichiarano di aver avuto danni dall’inquinamento dell’Ilva. Oggi presentate nuove richieste di costituzione parte civile sulle quali pero’ la difesa di uno dei Riva, proprietari dell’Ilva (nel processo sono imputati tra gli altri i fratelli Nicola e Fabio Riva con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale) ha fatto opposizione chiedendo che non siano accettate. L’Ilva in amministrazione straordinaria affidata ai commissari e’ anch’essa in giudizio e dovrebbe rinnovare richiesta di patteggiamento gia’ formulata nel precedente processo. (AGI)