Comunità Italiana

«Da Corona richieste diverse dal pizzo»

Le motivazioni della sentenza di condanna a 3 anni e 8 mesi: «I fatti di estorsione non assurgono a tale gravità»

MILANO – Fabrizio Corona, condannato a 3 anni e 8 mesi per i fotoricatti ai danni di alcuni vip, è «meritevole delle attenuanti» per il suo comportamento processuale, anche se ha avuto «atteggiamenti esibizionistici e spesso volgari». È uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna, scritte dai giudici della V sezione Penale del tribunale di Milano. Corona, scrivono i giudici, «non si è sottratto al dibattimento, ha risposto a tutte le domande rivoltegli non solo dalla difesa, ma anche dal pubblico ministero e dai giudici».

RICHIESTE DIVERSE DAL PIZZO – Le sanzioni dure per il reato di estorsione, si legge nelle motivazioni, servono per punire il fenomeno della richiesta «del pizzo», mentre i fatti commessi dall'agente fotografico «sebbene connotati da odiosità» non sono di gravità pari a quelli riconducibili alla criminalità mafiosa. I fatti di estorsione a lui contestati non assurgono a tale gravità, sia per il tipo di interessi che colpiscono, sia per l'entità delle somme richieste, soprattutto se considerate in rapporto alle capacità economiche delle vittime». Secondo i giudici, infatti, l'inasprimento delle sanzioni per il reato di estorsione «aveva di mira soprattutto il grave fenomeno, per lo più collegato alla criminalità organizzata, di cui erano vittime i commercianti, taglieggiati dalle richieste di pizzo». La pena per Corona, dunque, va adeguata «alla concreta gravità dei fatti, che non deve essere scambiata con l'interesse mediatico che gli stessi hanno suscitato».

Fontes: www.corriere.it