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Desaparecidos, pm chiede 30 ergastoli per il ‘Piano Condor’

14 de outubro de 2016 - Por Comunità Italiana
Desaparecidos, pm chiede 30 ergastoli per il ‘Piano Condor’

DESAPARECIDOS-CONTrenta richieste di condanna all’ergastolo sono state avanzate dalla Procura di Roma nel processo davanti alla terza corte d’Assise a carico di ex alti militari, ex ministri ed ex capi di Stato, di nazionalità boliviana, peruviana, cilena e uruguayana per omicidio e sequestro di persona in relazione alla scomparsa e all’uccisione di 23 cittadini italiani, avvenuta tra il 1973 e il 1978, nell’ambito del cosiddetto ‘Piano Condor’, l’accordo di cooperazione portato avanti dalle dittature di sette paesi sudamericani e finalizzato all’eliminazione di qualunque oppositore al regime (sindacalisti, intellettuali, studenti, operai e esponenti di sinistra).

La requisitoria, cominciata ieri dal pm Giancarlo Capaldo e completata oggi dal pm Tiziana Cugini, ha ripercorso, uno per uno, tutti i casi di tortura e di omicidio di oppositori e dissidenti. L’unica richiesta di assoluzione è per il tenente di vascello Ricardo Eliseo Chavez Dominguez, uruguayano oggi 72enne, già capo delle operazioni speciali del Fusna (il servizio segreto della Marina Militare). Tra gli imputati per i quali è stata chiesta la condanna c’è anche l’unico tra i militari coinvolti nel ‘Piano Condor residente in Italia (a Battipaglia), l’uruguayano Jorge Nestor Troccoli Fernandez. Il processo proseguira’ il 21 ottobre prossimo quando prenderà la parola l’Avvocatura dello Stato. “Non mi aspettavo nulla di diverso alla requisitoria dei pm – ha commentato l’avvocato Luca Milani – ma del resto è la conferma che in questo processo non si è tenuto minimamente conto della posizione di alcuni Paesi, come ad esempio il Perù, che io rappresento con la difesa di tre imputati, che non hanno avuto nulla a che fare con i fatti contestati”.

CHE COS’E’ L’OPERAZIONE CONDOR
Il piano Condor fu il coordinamento segreto tra i servizi di intelligence delle dittature militari di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay per combattere il terrorismo e le forze eversive di sinistra in America Latina. L’operazione, stabilita nel novembre 1975, si manifestò come un vero e proprio terrorismo di Stato in ambito internazionale, che si avvalse talvolta della complicità o della connivenza della Cia e dell’Fbi in quanto le sue finalità sembravano compatibili con la politica anticomunista degli Stati Uniti. Fu il capo della polizia politica cilena, il colonnello Contreras, a proporre l’Operazione Condor, ma in realtà formalizzò precedenti episodi, fino ad allora solo clandestini, di collaborazione tra questi Paesi. Estese ben presto i propri obiettivi da movimenti come i Tupamaros o il Mir (Movimento di Sinistra Rivoluzionaria) a dissidenti ed esponenti democratici in esilio, che divennero vittime di omicidi, attentati e rapimenti. L’assassinio più efferato fu quello di Orlando Letelier, un autorevole oppositore del regime del cileno Pinochet ed ex membro del Governo Allende, ucciso dall’esplosione della sua auto a Washington il 21 settembre 1976. Negli anni Settanta in Sudamerica il generale Stroessner era al potere in Paraguay dal 1954, le forze armate brasiliane erano al potere dal 1964, il generale Banzer prese il potere in Bolivia nel 1971, il generale Pinochet rovesciò il governo cileno di Allende nel 1973, il generale Videla salì al potere in Argentina nel 1976. (AGI)

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A revista ComunitàItaliana é a mídia nascida em março de 1994 como ligação entre Itália e Brasil.