«Si deve parlare con i portatori di interesse. Ma in Italia manca un rapporto regolamentato». «Salvini? È contro l’austerity, bene. Ma loro hanno lasciatoil Paese a pezzi»
Luigi Di Maio, quali aspetti l’hanno colpita nella platea e nelle persone che ha incontrato a Cernobbio?
«In quella platea c’è anche l’Italia che produce e mi ha fatto piacere trovare un atteggiamento di curiosità e di interesse verso le idee e il programma del Movimento 5 Stelle».
Che rapporti avrete con loro se andrete al governo?
«Vogliamo che l’Italia diventi una smart nation, cioè un Paese più efficiente, più veloce, che si basa sull’innovazione e sullo sviluppo tecnologico, e tutto questo non possiamo immaginare di farlo senza il contributo di chi, nel nostro Paese, ha idee innovative e produce. Collaboreremo con i portatori di interesse, ma con regole chiare e trasparenza».
In che modo?
«Creando leggi ad hoc. Sui poteri forti crediamo che la politica non debba mettersi al servizio di nessuno, ma con i portatori di interesse si deve dialogare, purché all’interno di un rapporto regolamentato, cosa che fino ad oggi in Italia non c’è stata».
Ad ascoltarla oggi sembra che abbiate superato il populismo. È così?
«Populisti è un’etichetta che ci avete appiccicato voi, i media mainstream, e i partiti tradizionali che hanno tutto l’interesse di screditarci con luoghi comuni, ma questa definizione non ci apparteneva ieri e non ci appartiene oggi. La nostra idea è costruire e non distruggere e puntare sull’innovazione. In questo senso il nostro modello sono i Paesi del Nord Europa».
Intanto però siete su un doppio binario, tra populisti e istituzionali.
«Mi fa sorridere questa necessità di etichettarci mettendoci per forza da un lato o dall’altro, populisti o istituzionali, destra o sinistra. Il Movimento non si può racchiudere dentro queste categorie».
Non pensa che cambiare posizione su alcuni temi vi renda poco credibili?
«Nessuno ha mai cambiato idea, non abbiamo mai detto di voler uscire dall’Europa, anzi in diverse occasioni abbiamo invocato più Europa. Ma questo non significa che dobbiamo tenercela così com’è e di certo questo non può impedirci di chiedere un’Unione europea più giusta, più equa, più solidale».
Ha parlato anche di legge elettorale: non esistono spiragli per un accordo?
«Questa domanda non deve farla a me. Il Movimento ha lavorato con impegno perché si giungesse ad una legge elettorale condivisa, abbiamo dimostrato una disponibilità e una serietà che purtroppo è mancata dentro il Pd. Insistere significherebbe continuare a prendere per il naso i cittadini e io francamente non ci sto».
Come si immagina una sua squadra di governo?
«Annunceremo la nostra squadra di governo prima delle elezioni e sarà il candidato premier a scegliere e fare nomi. Di certo, avremo personalità di altissimo profilo e competenza. Vi sorprenderemo».
Come valuta i malumori interni al Movimento per la sua presenza al Forum?
«Credo che in un Movimento sia fisiologico pensarla in maniera differente e poi confrontarsi. Due anni fa al Forum andò Barbara Lezzi e anche allora qualcuno disse che forse era meglio non andare. Trovo che non ci sia nulla di strano».
Cosa le è piaciuto dell’intervento di Salvini?
«Si è espresso contro l’austerity. Ma io ricordo che Salvini e la Lega hanno già avuto la loro occasione, hanno governato con Berlusconi lasciando il Paese a pezzi».
Su cosa pensa sia possibile dialogare con lui?
«Il Movimento non deve trovare un tema per dialogare con uno piuttosto che un altro. Noi abbiamo un programma e su quello ci confrontiamo».
Sii alleerebbe con la Lega di Salvini?
«Il Movimento 5 Stelle non fa alleanze».