{mosimage}L'appello di Benedetto XVI alla Spianata delle Moschee. Preghiera per la pace al Muro del Pianto
«DIO, MANDA LA PACE» – All'indomani della toccante visita al memoriale della Shoah a Gerusalemme, durante la quale il Pontefice ha condannato l'antisemitismo chiedendo che «nessuno neghi l'Olocausto», per Benedetto XVI è il giorno della visita ai luoghi sacri di Gerusalemme. «Dio di tutti i tempi – si legge nel testo della preghiera autografa di Benedetto XVI lasciata al Muro del Pianto – nella mia visita a Gerusalemme, la Città della pace, casa spirituale di ebrei, cristiani e musulmani, porto di fronte a te le gioie, le speranze e le aspirazioni, le prove, le sofferenze e i disagi di tutti i tuoi popoli dovunque nel mondo. Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, ascolta il grido degli afflitti, dei timorosi, dei diseredati. Manda la pace sulla Terrasanta, sul Medio Oriente e su tutta la famiglia umana. Smuovi i cuori di tutti coloro che invocano il tuo nome affinche camminino umilmente nel sentiero di giustizia e compassione». Nel foglietto è citata un'altra frase del libro biblico delle Lamentazioni (anche lunedì il Papa si è ispirato a questo testo nel lasciare un pensiero sul libro d'onore dello Yad Vashem): «Il signore è buono con coloro che lo attendono, con gli animi che lo cercano».
«DIALOGO CON L'ISLAM SENZA RILUTTANZA» – Il Mufti di Gerusalemme Mohammed Hussein ha chiesto a Papa Benedetto XVI, durante la visita di quest'ultimo alla Cupola della roccia sacra all'islam, di «operare attivamente perché cessi l'aggressione israeliana contro i palestinesi». Un luogo come la Cupola della roccia sacra ai musulmani, è stata la risposta del Papa, è una «sfida» per i credenti a «superare conflitti e incomprensioni», per un «dialogo sincero» che contribuisca a costruire un mondo giusto e pacifico. Il dialogo tra Chiesa cattolica e islam deve avvenire senza «riluttanza o ambiguità», secondo Benedetto XVI. «Poiché gli insegnamenti delle tradizioni religiose riguardano ultimamente la realtà di Dio», è il passaggio di un discorso pronunciato dal Papa alla Spianata delle Moschee di Gerusalemme, «il significato della vita ed il destino comune dell’umanità – vale a dire, tutto ciò che è per noi molto sacro e caro – può esserci la tentazione di impegnarsi in tale dialogo con riluttanza o ambiguità circa le sue possibilità di successo». Coloro che confessano il nome di Dio «hanno il compito di impegnarsi decisamente per la rettitudine pur imitando la sua clemenza, poiché ambedue gli atteggiamenti sono intrinsecamente orientati alla pacifica ed armoniosa coesistenza della famiglia umana». Mentre papa Ratzinger visitava la Spianata delle Moschee di Gerusalemme, la polizia israeliana ha fermato nelle sue vicinanze una decina di attivisti islamici impegnati nella distribuzione di volantini in cui esprimevano contrarietà alla visita del Papa ed incitavano a dimostrare contro di lui durante la sua prossima visita a Nazareth, in Galilea.
«AMICIZIA CON GLI EBREI SCELTA IRREVOCABILE» – Davanti ai due gran rabbini di Israele, il sefardita Shlomo Amar e l'ashknazita Yona Metzger, il Pontefice ha assicurato che «la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente impegnata sulla strada decisa dal Concilio Vaticano Secondo per una autentica e durevole riconciliazione fra cristiani ed ebrei». E, fedelmente alla Dichiarazione Nostra Aetate, «continua a valorizzare il patrimonio spirituale comune a cristiani ed ebrei e desidera una sempre più profonda mutua comprensione e stima tanto mediante gli studi biblici e teologici quanto mediante i dialoghi fraterni».
Fonte: www.corriere.it