Duplice omicidio a Parma, Solomon ha confessato

Solomon Nyantakyi,è stato rintracciato e fermato alla stazione di Milano. Era ricercato dopo che la madre e la sorellina erano state trovate a casa riverse a terra, nel sangue
Solomon Nyantakyi ha confessato. Il 21enne, di origine ghanese, ha ammesso di avere ucciso martedì sera la madre, Nfum Patience di 43 anni, e la sorellina 11enne, Magdalene. Il giovane era stato rintracciato e fermato dalla polizia alla stazione centrale di Milano poche ore dopo il ritrovamento dei cadaveri. Era stato riconosciuto grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza della stazione di Parma mentre saliva sul treno per Milano. La Polfer della città emiliana ha così immediatamente trasmesso il fotogramma ai colleghi delle altre stazioni interessate dal tragitto del treno. Arrivato nel capoluogo lombardo Solomon è stato subito identificato e fermato.
Il ritrovamento
Martedì sera intorno alle 21, madre e bimba sono state trovate dall’altro figlio, Raymond di 25 anni, riverse a terra, nel sangue. Sono state uccise a coltellate, nell’appartamento dove vivevano, al sesto e ultimo piano di un palazzone vicino alla stazione di Parma, nel quartiere multietnico di San Leonardo. Raymond si è trovato di fronte a una scena raccapricciante: sangue ovunque, sui muri, nel corridoio, nelle stanze, al punto da rendere difficile per gli inquirenti muoversi nell’appartamento senza inquinare la scena del crimine. Il marito di Patience, anche lui ghanese, sta rientrando da Londra dove si trovava per lavoro.
Le esperienze calcistiche
Solomon Nyantakyi mancava all’appello dal momento del ritrovamento dei corpi. Il ventunenne è un calciatore e, in passato, ha giocato nelle giovanili del Parma ed è stato più volte convocato in prima squadra da Roberto Donadoni quando era allenatore degli emiliani nell’anno del crac. Lo scorso anno ha militato nell’Imolese, in serie D. È su di lui che si sono subito concentrate le indagini della Squadra Mobile di Parma, coordinata dal pm di turno Paola Dal Monte. Il suo cellulare, infatti, risultava irraggiungibile dalla presunta ora del delitto.
Gli ex allenatori: «Era taciturno»
«Sono senza parole: Solomon era un ragazzo pacifico e molto taciturno, non avrebbe mai fatto male a una mosca. Ma ha sofferto di depressione». Le parole sono quelle di Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Livorno e della nazionale che in passato ha allenato Solomon nelle giovanili del Parma. «In un anno l’ho sentito parlare due volte. Sapevo dei suoi problemi, l’ho chiamato in Lega Pro ma dopo quindici giorni di ritiro è voluto andare via, gli mancava la famiglia». È sbigottito anche Roberto Donadoni, allenatore del Bologna che portò in prima squadra al Parma Solomon : «Ricordo Solomon, si allenava con noi del Parma e lo portai in panchina più di una volta. Non è facile inquadrare il carattere di un giovane calciatore in una squadra di A, ma ricordo che era un ragazzo tranquillo, anzi direi taciturno». Certo, sottolinea Donadoni, «la prima domanda che mi viene è: perché? In condizioni mentali normali un gesto del genere è inconcepibile,alla base ci può essere solo un raptus di follia». (Corriere)