Comunità Italiana

Eluana, Berlusconi scrive alle suore: “Un mio dolore non aver evitato la sua morte”

Il presidente del Consiglio invia una lettera alle religiose che hanno assistito la ragazza per 14 anni
L'Avvenire rinfocola la polemica: "Terribile pensare di lasciare andare alla deriva una persona totalmente disabile"

 

ROMA – "Dolore per non aver evitato la morte di Eluana". Silvio Berlusconi rilancia la polemica ad un anno dalla morte della Englaro. Parole in sintonia con il duro editoriale dell' Avvenire  che definisce "innaturale e terribile anche solo pensare di lasciare andare alla deriva una persona totalmente disabile".

Berlusconi, nel suo messaggio, non si rivolge al padre della ragazza ( che oggi affida le sue riflessioni a Repubblica), ma alle suore misericordine della clinica Beato Luigi Talamoni, dove Eluana restò ricoverata per 14 anni. Per loro ha parole di ringrazimento per l'impegno costante a favore di chi soffre: "Vorrei soprattutto ringraziare tutte voi per la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore che avete dato in questi anni i gesti di cura che avete avuto per Eluana e per tutte le persone che assistete lontano dai riflettori e dal clamore". E proprio una delle suore, dalle colonne dell'Avvenire, pronuncia parole destinate a fare rumore: "Che Eluana fosse viva era un'evidenza, e non solo perchè respirava naturalmente, senza alcuna macchina. Non era totalmente inerte e assente: quando la si chiamava per nome reagiva con una quasi impercettibile agitazione che però noi, abituate a starle accanto, coglievamo. E la sua pelle, sembrava assaporare le carezze" dice suor Albina Corti.

Ed è sempre l'Avvenire in prima fila in questa rinfocolare una polemica, dolorosa, che si pensava finita. "E' naturale e umano dar da mangiare e da bere a chi non può provvedere da solo. Innaturale e terribile è invece l'idea di negare, in qualunque modo, la vita di chiunque o anche solo di abbandonarla nella debolezza, nell'estrena dipendenza, nella difficoltà. Innaturale e terribile è anche solo pensare di lasciare andare alla deriva una persona totalmente disabile" scrive il direttore Marco Tarquinio.

 

Fonte: www.repubblica.it