Comunità Italiana

Eni: produzione in crescita

La strada e’ tracciata ormai da un paio d’anni. Nel nuovo scenario di prezzi bassi del petrolio, Eni punterà, per proseguire sulla via della crescita e della creazione di valore, sul sentiero del taglio dei costi, dell’efficienza, focalizzando le proprie attività sull’upstream. Queste le linee, i pilastri, del nuovo piano 2016-2019 della società guidata da Claudio Descalzi che con il management ha presentato la strategy davanti alla comunità finanziaria londinese. Il mercato ha apprezzato e in Borsa il titolo Eni ha chiuso in rialzo dello 0,88% a quota 13,73 euro per azione, dopo aver raggiunto un massimo a 13,9 euro.

Lo ha detto chiaramente Descalzi presentando la nuova strategia quadriennale: “L’industria petrolifera sta affrontando una sfida molto complessa: ridurre i costi per soddisfare i vincoli finanziari di breve termine, continuando a creare valore nel lungo periodo”.”Il successo della nostra strategia di ristrutturazione e di trasformazione in una società oil&gas integrata, ci consente di affrontare questa sfida con una struttura di costi competitiva, un modello operativo efficiente e un portafoglio asset flessibile”.

Nel dettaglio il nuovo piano punta a una produzione di idrocarburi in crescita di oltre il 3% all’anno nel periodo 2016-2019 e sarà realizzata principalmente attraverso il ramp-up e l’avvio di nuovi progetti che daranno un contributo totale di circa 800mila barili di olio equivalente al giorno nel 2019.

L’esplorazione rimane un fattore chiave per la crescita del valore della società. Negli ultimi 8 anni Eni ha scoperto 11,9 miliardi di barili di risorse a un costo unitario di 1,2 dollari al barile, che corrispondono a circa 2,4 volte il totale della produzione realizzata nel periodo, valore molto piu’ alto della media del settore pari a 0,3. Eni prevede, nell’arco di piano, nuove scoperte per 1,6 miliardi di boe al costo competitivo di 2,3 dollari al barile e con un time to market per gli avvii di produzione molto ridotto, pur mantenendo una spesa media nell’esplorazione in linea con i livelli del 2015. Nonostante la riduzione del 18% del capex nell’upstream, Eni riuscirà a realizzare una crescita della produzione cumulata del 13% entro il 2019.

Altri dati chiave della strategia la “drastica riduzione”del break-even medio dei nuovi progetti che cala da 45 a 27 dollari/boe “grazie alla flessibilita’ del portafoglio, alle sinergie con gli asset esistenti e alle rinegoziazioni dei contratti”, la riduzione degli investimenti del 21% a circa 37 miliardi di euro, un piano di dismissioni da 7 miliardi di euro entro il 2019 (i primi asset dovrebbero essere quote dell’area 4 del Mozambico e di Zohr).

“Abbiamo iniziato un nuovo ciclo di crescita redditizia e abbiamo il potenziale per creare maggior valore per il futuro”, ha sottolineato Descalzi. “Stiamo continuando a ristrutturare con successo il nostro Mid-Downstream. Il business Gas&Power beneficerà della rinegoziazione dei contratti a lungo termine e della riduzione dei costi di logistica.

Riguardo al settore Refining&Marketing, ci concentreremo sulla riduzione del margine di raffinazione e sul miglioramento dell’efficienza delle operazioni, difendendo allo stesso tempo la nostra quota di mercato nel retail”, ha aggiunto. “Continueremo a puntare su una forte generazione di cassa attraverso una crescita sostenibile nell’upstream, il completamento della ristrutturazione degli altri settori, una maggiore efficienza nei costi e la gestione di un portafoglio flessibile. Inoltre, grazie alla nostra flessibilità finanziaria, la nostra politica di remunerazione continuerà a essere sostenibile anche in presenza di prezzi del petrolio più bassi del previsto”, ha evidenziato l’ad.

Nel corso della presentazione, il management ha toccato diversi argomenti:

Versalis – La cessione di una quota di Versalis, la società che raccoglie le attività della chimica del Cane a sei zampe. La chimica, ha detto Descalzi, “non è strategica” e la sua cessione che dovrebbe accadere nel 2016, ha spiegato il cfo Massimo Mondazzi, rientra nei 7 miliardi di dismissioni. “Non abbiamo selezionato noi Sk Capital, abbiamo fatto un beauty contest e loro hanno vinto”, ha evidenziato l’ad commentando la lettera dei sindacati contro il fondo che intende acquisire una quota di Versalis. Confermato anche il dividendo che resta per il 2016 di 0,8 euro per azione interamente pagato per cassa e che rappresenta “un flor”, ha spiegato Descalzi.

Referendum 17 aprile su trivellazioni offshore – La presidente Emma Marcegaglia sul punto ha evidenziato come l’importanza di tali attivita’ per l’Italia”. “Parliamo di 30.000 posti di lavoro, un miliardo di investimenti, 300 milioni in ricerca e un miliardo di gettito fiscale e royalties”, ha evidenziato.

Proprio a dimostrazione dei successi di Eni nel proprio core business, in conclusione, Descalzi ha annunciato, a pochi giorni dall’avvio della produzione di Goliat, il giacimento norvegese nel Mare di Barents, il raggiungimento della produzione di 90mila barili di olio, aggiungendo che “arriveremo presto a 100mila barili con un break-even sotto i 50 dollari”. (AGI)