L’esplosione è stata causata dalla rottura di una condotta utilizzata per scaricare sostanze infiammabili, come hanno ammesso gli stessi responsabili di Basf senza però indicare di quale sostanza si trattasse, da una nave attraccata al bacino fluviale dello stabilimento sul Reno, nelle torri dello stabilimento.
Quello di oggi è il 15esimo incidente nell’impianto negli ultimi 12 mesi ma di gran lunga il più grave.
Ludwigshafen è non solo la sede principale di Basf, con oltre 2.000 edifici su una superficie di 10 km/q, ma è in assoluto il più grande insediamento chimico del mondo. Ogni anno vengono trattate oltre 2,6 tonnellate di composti chimici. In particolare combustibili liquidi e allo stato gassoso che vengono scaricate da navi che attraccano nel porto fluviale attraverso una serie di condotte. A Ludwigshafen vengono trattati attraverso il procedimento industriale di cracking (rottura di molecole di idrocarburi pesanti) termico con il quale si ottengono idrocarburi leggeri, come la benzina.
I vigili del fuoco hanno esortato la popolazione a restare chiusa in casa perchè la deflagrazione ha sviluppato una nube considerata pericolosa.
Una seconda esplosione, di entità molto ridotta, si è verificata in un secondo impianto Basf a 30 km di distanza a Lampertheim dove si sono avuti 4 feriti. Basf ha sottolineato che i due incidenti non sono collegati.
Il colosso chimico tedesco ha 110.00 dipendenti e un fatturato di oltre 70 miliardi di euro. (AGI)