Secondo il Tpiy, Karadzic, in qualità di presidente della Repubblica Srpska, era “in prima linea nello sviluppo e messa in atto dell’ideologia” dei serbi di Bosnia, durante una guerra costata oltre 100mila morti e 2,2 milioni di sfollati tra il 1992 e il 1995. Il massacro di Srebrenica si inseriva nel quadro di “pulizia etnica” pianificata da Karadzic, insieme al generale Ratko Mladic e Slobodan Milosevic, per estirpare la presenza croata e musulmana dal territorio rivendicato dai serbi. L’ex psichiatra e’ stato riconosciuto responsabile anche di persecuzioni, uccisioni, stupri, trattamenti inumani e deportazioni, in particolare rispetto all’assedio di Sarajevo, che si concluse dopo quasi 4 anni e 10mila morti.
Srebrenica: Renzi, oggi è il giorno della giustizia
Tra gli uomini più ricercati al mondo, il leader serbo-bosniaco era stato arrestato nel luglio 2008 a Belgrado, dove viveva sotto falso nome, occupandosi di medicina alternativa. Come dottore new age riscuoteva anche un certo successo, invitando al silenzio e alla meditazione, con all’attivo articoli su riviste specializzate e workshop. Il processo si era aperto all’Aja nel 2009 e si e’ concluso nel 2014 dopo 586 testimonianze. Karadzic e’ finora il piu’ alto responsabile a essere giudicato all’Aja, dopo la morte in cella dell’ex presidente serbo Slobodan Milosevic, e il processo ancora in corso del generale Ratko Mladic. Si e’ sempre difeso dalla accuse, arrivando a definirsi “un vero amico dei musulmani”. Pur assumendosi la “responsabilità morale” di quanto accaduto, ha sempre sostenuto la sua innocenza, non riconoscendo mai alcun addebito criminale. Nel marzo 2010, nel suo intervento di fronte ai magistrati, aveva accusato i musulmani di aver orchestrato le atrocità di cui venivano accusati i serbi, definendo il massacro di Srebrenica un “mito” infondato. (AGI)