Comunità Italiana

Fact checking M5S

Siccome “Matteo Renzi ha iniziato subito dopo le dimissioni una lunga campagna mediatica con la quale cercherà di risalire nei consensi in vista delle prossime elezioni”, e “il tentativo consiste nel dipingere i suoi 1000 giorni di governo come un successo economico e politico che nella realtà non c’è mai stato”. (Qui il fact-checking dei 1.000 giorni del Governo Renzi). M5S passa al contrattacco e dal blog di Beppe Grillo offre un suo contro-fact checking, avvertendo che “se andiamo oltre le slide e le balle di propaganda questi sono i pessimi risultati che puo’ vantare il Governo Renzi”. E allora, ecco:

66 miliardi di euro in più di debito pubblico
Dai 2.146 dell’aprile 2014 ai 2.212 del settembre 2016. Vuol dire che ogni giorno di Renzi al governo ci è costato 66 milioni di euro debito pubblico”

55 miliardi di euro in più di tasse
Dai 438 miliardi di entrate tributarie del bilancio 2014 ai 493 programmati per il 2017

I poveri ai massimi storici
Con il 28,7% degli italiani a rischio di povertà o esclusione sociale (17 milioni e 469 mila persone) e 8,3 milioni di poveri effettivi (il 13,7% della popolazione, in continua crescita)

I fallimenti a tappeto delle imprese
15mila nel 2014, 14 mila e 700 nel 2015 e 3,6 mila nel solo primo quarto del 2016. I numeri salgono vertiginosamente se ai fallimenti si aggiungono le liquidazioni volontarie ed altre procedure concorsuali, con 104 mila imprese all’aria nel 2014 e 96mila nel 2015. Un tessuto produttivo distrutto

I disoccupati, i precari e gli inattivi a livelli stratosferici
Se infatti il tasso di disoccupazione ufficiale sembra sceso, rimanendo comunque altissimo all’11,6%, va detto che sono esplosi i voucher venduti dalle imprese (dai 69 milioni del 2014 ai 114,9 milioni del 2015) e che gli inattivi sono ancora più di 3 milioni, per un tasso di disoccupazione reale sopra al 20% e vicino ai livelli della Spagna e della Grecia”

La sanità al collasso
Con 4,3 miliardi di euro di tagli nel solo biennio 2015-2016 e altri 13 miliardi di tagli programmati per gli anni successivi”

A questo disastro economico – sono sempre i 5 Stelle a parlare – vanno aggiunte le riforme di Renzi, regressive e fallimentari:

Il Jobs Act
Ha trasformato il contratto a tempo indeterminato in contratto a tutele crescenti, che per i primi 3 anni di impiego è un contratto precario in piena regola; inoltre appena sono diminuiti i costosissimi incentivi alle assunzioni col nuovo contratto i licenziamenti sono aumentati (+7,4% nel secondo semestre 2016 rispetto ad un anno prima) e il ritmo delle assunzioni a tutele crescenti è crollato (-32.9% nei primi 8 mesi del 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015)

La ‘Buona scuola’​
Ha iniziato la privatizzazione dell’istruzione, col Preside-Manager che per attrare i fondi necessari all’attivita’ didattica deve aprirsi agli investimenti interessati delle grandi imprese e puo’ decidere il destino dei professori

L’abolizione dell’articolo18
Unita al Jobs Act spoglia i lavoratori di ogni diritto

Lo “Sblocca-Italia”
Permette al Governo di trivellare, inquinare e distruggere il territorio con sempre più facilità

I decreti salva-banche
Hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori per salvare istituti decotti, compreso quello del papà della ministra Boschi

La finta lotta all’evasione e alla corruzione
Ha lasciato il posto a nuovi condoni e sanatorie (come la voluntary disclosure) e all’aumento delle soglie di non punibilità per i reati fiscali

Gli italiani quando saranno chiamati alle urne e speriamo sia il più presto possibile, si ricordino di questi numeri. Renzi mai più, #PdMaiPiu’!, conclude il post sul blog di Grillo. (AGI)