'Il rock ti da' l'idea che tutti possano farcelà. E' la frase con cui si apre Questa storia qua, il documentario di Alessandro Paris e Sybille Righetti su Vasco Rossi, presentato oggi fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (il rocker non potrà esserci per i noti problemi di salute, ma manderà un messaggio, già anticipato su Facebook) e in uscita nelle sale il 7 settembre, distribuito da Lucky Red.
La voce di Rossi che si racconta e una quindicina delle sue canzoni più amate, da Anima fragile a Albachiara, da Vivere alla nuova I soliti, fanno da filo conduttore a un percorso inedito tra il suo impatto con il successo, e il modo di viverlo, la genesi dei suoi primi successi, ma soprattutto il suo periodo meno conosciuto, quello dell'infanzia e degli anni passati a Zocca, il paese del modenese dov'é nato. Un viaggio possibile grazie alla ricchissima collezione di materiale inedito, tra filmati e foto, i racconti della madre di Vasco, Novella, della sua tata e degli amici di una vita del rocker. Si va così dalle immagini di Vasco che in concerto a Trieste non ha trattenuto le lacrime, ricordando che in quella città 15 anni prima era morto per un ictus fulminante il padre camionista, alle foto della sua prima vittoria canora da bambino, quando si classifico' primo al concorso dell"Usignolo d'oro'.
Il cantautore rievoca anche episodi dolorosi, come il suo arresto nel 1984 per possesso di stupefacenti, e incontri fondamentali come l'amicizia fraterna con Massimo Riva, il chitarrista e co-autore che l'ha accompagnato per buona parte della sua vita, scomparso prematuramente nel 1999. C'e' il Vasco di ieri, quello delle uscite con gli amici, delle esperienze da dj e quello di oggi, che a Los Angeles, dove vive per qualche mese ogni anno, ha ritrovato la possibilità di andare al supermercato "senza che nessuno ti guardi". "Non mi sento particolarmente un fenomeno – dice -. Non sono particolarmente intelligente. E' che ho dei momenti di genio e passo dei lunghi periodi di normale mediocrità".
Fonte: Ansa