Questa volta, il rilevamento mensile è stato ripetuto tre volte durante il mese di gennaio. Nel primo il premier risale rispetto a dicembre 2010. Nel secondo tiene bene e solo nel terzo l'effetto Ruby comincia a farsi sentire: capo del governo ed esecutivo tornano ai minimi storici
ROMA – Alla seconda settimana di carte, intercettazioni e interrogatori, l'effetto Ruby comincia a farsi sentire sul premier. Silvio Berlusconi, che aveva recuperato una buona quota di fiducia tra dicembre e i primi di gennaio, dà segni di cedimento anche se il centrodestra mantiene intatto il suo potenziale elettorale in termini di intenzioni di voto. La fiducia nel premier, a fine gennaio è al 35% (come a dicembre), la fiducia nel governo è al 24% (stesso livello di fine 2010). Entrambi i dati sono minimi storici, ma vista la situazione ci si poteva aspettare di molto peggio. Per quanto riguarda le intenzioni di voto, centrodestra e centrosinistra restano praticamente sulle stesse posizioni. Sorprende la solida tenuta del Pdl.
Data la complessità e la delicatezza della situazione politica, Ipr Marketing ha scelto di monitorare tre volte in un mese il grado di fiducia nel governo e nel presidente del Consiglio.
Sondaggio al 10 gennaio. La prima rilevazione è stata fatta il 10 gennaio quando le vicende dei festini di Arcore sembravano quasi passate in secondo piano e le carte della Procura di Milano non erano ancora partite (arriveranno a Montecitorio il 14). Sia Berlusconi che il governo sono in pieno recupero dopo gli ultimi dati piuttosto negativi di dicembre: il Cavaliere raccoglie "molta o abbastanza" fiducia nel 40 per cento dei cittadini con un recupero di 5 punti sul suo minimo storico (35%) del 19 dicembre scorso. Anche 'esecutivo, dopo oltre un anno in discesa risale
dal 24% al 26%. Resta maggioritaria (al 55% ma con un calo di 4 punti contro il massimo raggiunto a dicembre a quota 59%) la platea di coloro che hanno poca o nessuna fiducia nel premier. Sempre il 10 gennaio la "sfiducia" nell'esecutivo risulta a quota 62% contro il 67% di dicembre. Gli indecisi sono al 5%; erano al 6% il mese scorso. A questo punto del mese, evidentemente, il premier risentiva ancora dell'effetto positivo del voto di fiducia ottenuto il 14 dicembre e di un Natale con dibattito politico quasi soporifero.
Fonte: www.repubblica.it