Parigi: «Intesa con Londra per soluzione diplomatica». Vertice Ue: sì a nuove sanzioni. I ribelli: già 8 mila morti
MILANO – La Francia e la Gran Bretagna stanno preparando «una soluzione politica e diplomatica» per la Libia. Lo ha annunciato il presidente francese Nicolas Sarkozy al termine del vertice Ue. «Martedì al vertice di Londra – ha spiegato Sarkozy – con Cameron avanzeremo una proposta comune per scadenzare le prossime tappe dell'azione in Libia. Presenteremo un'iniziativa franco-britannica». La scadenza di martedì è decisiva anche per definire il passaggio alla Nato della guida e del coordinamento delle operazioni militari. Da quel giorno infatti il comando operativo passa all'Alleanza. Restano comunque le posizioni espresse dal compromesso raggiunto giovedì alla riunione del consiglio Atlantico: la Nato assume il comando diretto delle operazioni militari di mantenimento della no fly zone, e il coordinamento degli eventuali altri attacchi aerei che i Paesi della coalizione compiono contro truppe a terra, postazioni e mezzi blindati di Gheddafi. Allo stesso tempo la Francia insiste per un coordinamento politico dell'intera operazione aperto anche a Paesi arabi e africani che altrimenti parteciperebbero a operazioni militari ma senza alcun rapporto con la guida complessiva se affidata soltanto alla Nato.
GUIDA POLITICA – Per questo il presidente francese nel vertice Ue ha insistito sul fatto che l'aspetto fondamentale della missione è quello di avere una «guida politica», perché «non sono le forze della Nato che vanno a proteggere la popolazione libica, ma le forze di una coalizione di undici Paesi, tra cui due Paesi arabi». Per Sarkozy, dunque, «le decisioni sono prese dal coordinamento politico. Le missioni della Nato avverranno sulla base di obiettivi proposti da un coordinamento politico a più alto livello». Del resto – ha aggiunto il presidente – «la Nato non può assorbire Paesi come gli Emirati Arabi Uniti o il Qatar. È impossibile».
COMANDO NATO – Resta il fatto che d'altra parte si afferma che Nato assumerà 0171entro breve» la guida di «tutte le operazioni militari». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, conferma da Tunisi che «la Nato sarà operativa tra domenica e lunedì», ha spiegato in una conferenza stampa, «è quello che volevamo fin dal primo momento e per cui ci siamo battuti». La questione del coordinamento politico chiesto dai francesi è affidata a sottili distinguo, con la ricerca di termini adatti per accontentare tutti. «Non ci sarà nessuna cabina di regia operativa» dice infatti Frattini, che però aggiunge che sarà attivo invece «un gruppo di contatto politico, che inizierà a lavorare martedì a Londra e a cui parteciperò anch'io».
NOVANTA GIORNI – Da un funzionario dell'Alleanza arriva anche una previsione sulla durata dell'operazione di no-fly zone: novanta giorni, suscettibili di un prolungamento o di una riduzione se sarà necessario. Le notizie dalla Nato arrivano poche ore dopo che anche il Consiglio europeo ha espresso la sua posizione sull'intervento. «Le operazioni militari si concluderanno quando la popolazione civile sarà al sicuro dalla minaccia di attacchi e quando gli obiettivi della risoluzione 1973 (quella dello scorso 17 marzo sull'intervento in Libia, ndr) saranno raggiunti» scrivono in un documento in più punti i capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles.
L'UE – Tra le conclusioni raggiunte dal Consiglio europeo c'è in primo luogo la sottoscrizione delle condizioni d'intervento poste dalle Nazioni Unite. L'Ue è «determinata a contribuire» all'applicazione della risoluzione Onu 1973 (ovvero quella adottata lo scorso 17 marzo dal Consiglio di sicurezza sull'intervento in Libia), si legge nel testo approvato a Bruxelles. I 27 sollecitano inoltre Gheddafi a farsi da parte «immediatamente», in modo da avviare il dialogo con le parti interessate e avviare la transizione democratica, tenendo comunque presente «la necessità di assicurare la sovranità e l'integrità territoriale della Libia». Un processo per il quale viene sottolineato il ruolo «cruciale» dei Paesi arabi, e in particolare della Lega araba.
PETROLIO E GAS – Altro capitolo del documento del vertice, sulle sanzioni. L'Unione europea si è detta pronta a misure per assicurare che gli introiti provenienti da petrolio e dal gas non finiscano nelle tasche del regime di Gheddafi. Una proposta in questa direzione verrà anche presentata al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Un provvedimento necessario «a garantire che Gheddafi non paghi i suoi mercenari con le risorse petrolifere», ha spiegato il presidente francese Nicolas Sarkozy. L'«embargo totale sul petrolio libico e ampie limitazioni commerciali», era stata ribadita giovedì dalla cancelliera tedesca Angela Merkel in un intervento al Bundestag prima del Consiglio europeo. Soddisfatto del documento del vertice il premier italiano Silvio Berlusconi.
«TRA 8 MILA E 10 MILA MORTI» – A Misurata si combatte, con i ribelli che continuano a controllare il porto. Le truppe leali a Muammar Gheddafi hanno ripreso a bombardare Agedabia, città a 50 chilometri da Bengasi, riferisce Al Jazeera. Dai ribelli, intanto, arriva un bilancio delle vittime dall'inizio del conflitto: tra 8 mila e 10 mila persone. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha sottolineato che gli uomini del Colonnello «arretrano» ma restano una minaccia. Dagli Emirati arabi uniti, la notizia che saranno inviati 12 aerei per contribuire a far rispettare la no-fly zone.
Fonte: www.corriere.it