La Banca centrale europea manterrà il tasso di riferimento allo 0,25% o a livelli inferiori “finché sarà necessario” e “seguiterà a sostenere la graduale ripresa dell’area dell’euro”. Lo si legge nel bollettino mensile.
La Bce attende “che nei prossimi mesi l’inflazione si attesti in prossimità dei livelli attuali”, con pressioni “contenute” sui prezzi nel medio periodo.
Il rapporto deficit/Pil dell’Italia, atteso al 3% nel 2013 contro l’obiettivo del 2,9% e al 2,5% nel 2014 contro l’1,8% del programma di stabilità, si deve “principalmente a un peggioramento delle condizioni economiche”. Lo scrive la Bce, ricordando che per la Ue il risanamento strutturale “è inferiore allo sforzo richiesto”.
S&P, Pil Italia +0,4% in 2014 – Il Pil dell’Italia nel 2014 crescerà solo dello 0,4%. Lo afferma Standard & Poor’s in un report. Per l’intera Eurozona, l’agenzia prevede che nel 2013 il Pil calerà dello 0,6% per poi segnare una espansione dello 0,9% nel 2014. Nel dettaglio, S&P si attende che in Germania il Pil crescerà dello 0,5% quest’anno e dell’1,8% il prossimo, mentre la Francia registrerà un +0,2% nel 2013 e un +0,6% nel 2014. La Spagna nel prossimo anno dovrebbe segnare una crescita dello 0,8%.
Draghi, unione bancaria non sufficiente,avanti riforme – “L’Unione bancaria non è una panacea, per eliminare la frammentazione finanziaria è necessaria ma non sufficiente a rompere il legame tra debiti sovrani e banche ma le condizioni di prestito ugualitarie si ristabiliscono solo se proseguono anche riforme e consolidamento”: così il presidente Bce Mario Draghi parlando alla plenaria del Parlamento Ue. “I tassi, che abbiamo portato al loro livello storicamente più basso, resteranno bassi per un lungo periodo”. “Le misure prese” dalla Bce ed in particolare le decisioni sui tassi di interesse “hanno affrontato le distorsioni”, “alleviato pressione sui finanziamenti delle aziende non finanziarie” e “aiutato le piccole e medie imprese”. Lo ha detto Draghi nella audizione davanti alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo (“l’ultima in questa legislatura” ha precisato Draghi). La Bce attualmente ha il 17% di donne nelle posizioni dirigenziali e nel luglio scorso il Comitato esecutivo “si è dato un obiettivo di genere, di arrivare al 35% entro il 2019”. Draghi ha sottolineato che “non è una promessa vuota”. Draghi si è anche congratulato per la nomina della francese Danielle Nouy a capo del Board di supervisione unica, confermata ieri dal Parlamento europeo. “Non vediamo deflazione” nell’eurozona. Lo ha sottolineato Draghi ricordando che l’inflazione è sotto il 2% “da un lungo periodo di tempo” e continuerà a lungo, aggiungendo che il mandato della Bce è “mantenere la stabilità dei prezzi in entrambi i sensi” sia sopra sia al di sotto del 2%. “Non si ha né crescita né equità attraverso la creazione infinita di debito. Allo stesso tempo va tenuto in mente che questo non è momento di tornare al nazionalismo. Se non sono state fatte le riforme strutturali, queste si devono fare che si sia dentro o fuori dall’euro”.
Rehn, prossimo vertice non abbastanza audace – Il vertice della prossima settima “non sarà abbastanza audace, non abbastanza concreto”, quando invece “dovrebbe accelerare il ritmo per aumentare il credito alle Pmi e aiutare la crescita”. Lo ha detto Olli Rehn lanciando l’appello “agli stati membri ad essere più audaci e coraggiosi per rispondere alle esigenze creditizie delle Pmi”. ( ANSA )