Comunità Italiana

Gentiloni in diretta

Lavoro, giovani e sud. A Montecitorio per la tradizionale conferenza stampa di fine anno, Paolo Gentiloni traccia un primo bilancio della sua esperienza da premier, “i miei primi 15 giorni impegnativi ma entusiasmanti”. E soprattutto, indica le parole chiave che guideranno il “percorso delle riforme” poiché “tutti devono essere consapevoli che esso andrà avanti per il tempo che avremo a disposizione per lavorare”.

“Non abbiamo finito e, soprattutto, non abbiamo scherzato”, rimarca il presidente del Consiglio, che rivendica con orgoglio la continuità con l’esecutivo precedente. Non si deve cancellare “il lavoro svolto da Matteo Renzi. Cancellarlo e relegarlo nell’oblio sarebbe un errore”, afferma. Di più. “La continuità nella squadra di governo è considerata da alcuni un limite” perché “c’è sempre voglia di qualcosa di nuovo e di sorprendente, accetto la critica ma rivendico la continuità sul piano politico”.

Su un punto, invece, Gentiloni ci tiene a marcare distanza. E lo spiega con chiarezza: “Auspico invece una discontinuità non sui sottosegretari ma sulla violenza inaudita che il confronto pubblico, in particolare in Rete, ha avuto nel 2016”. Ed è qui che il premier ritorna a parlare di quella post-verità a cui aveva accennato anche durante il suo intervento di insediamento. E lo fa richiamando il ruolo essenziale dei “mezzi di informazione seri e tradizionali che ci impediscono l’assuefazione questa post-verità che a me ricorda più scenari orwelliani piuttosto che di grande sviluppo e modernizzazione”.

Ecco i punti chiave del discorso di Gentiloni:

Voto non è una minaccia – “La stabilità di un Paese a livello internazionale è sempre importante. Però la stabilità non può imprigionare la democrazia”, “non si può vedere il voto come una minaccia. Il governo lavora finché ha la fiducia del Parlamento”

Legge elettorale nasca da confronto con partiti – Sulla legge elettorale “non faremo una proposta di governo. Penso che sia anche adeguato al clima necessario al Paese che la legge elettorale venga da un confronto tra i partiti e tra le forze parlamentari. Il Governo cercherà pero’ di facilitare questo confronto”.

Jobs act un’ottima riforma – “Abbiamo fatto un’ottima riforma del lavoro, le abbiamo dato un nome inglese, Jobs act, ma è un’ottima riforma”

Voucher non è virus che semina lavoro nero – “C’è qualcosa da correggere e cambiare anche nei famosi voucher senza tuttavia accedere all’idea che siano una specie di virus che semina lavoro nero nella nostra società perché i voucher nascono esattamente all’opposto come tentativo di rispondere, non hanno copyright del lavoro nero”

Taglio Irpef? Verifichiamo ma ora no impegni – “Non sono in grado di fare un discorso serio oggi sulla riduzione dell’Irpef. Il governo negli ultimi due o tre anni ha fatto riduzioni fiscali molte serie, quello sarebbe il giusto coronamento. Verifichiamo le condizioni e non diciamo a 15 giorni dal nostro insediamento cose impegnative che potrebbero non essere mantenute”.

Lavoro: bisogna fare qualcosa di più al Sud – “Il numero disoccupati è diminuito negli ultimi due tre anni in modo significativo ma non così significativo come noi avremmo auspicato. Da una parte abbiamo fatto una riforma che credo positiva, occorre correggere quello che non va, proseguire nell’attuazione delle misure che sono state decise, contemporaneamente credo che dobbiamo cercare di fare qualcosa di più- nonostante si sia fatto moltissimo – nel Mezzogiorno”.

Orgoglio italiano per terrorista bloccato – “Non esistono Paesi non a rischio terrorismo, ma paesi che possono impegnarsi da un lato sul terreno dell’intelligence e dall’altro su quello dell’accoglienza”. Il governo deve però “rivedere il sistema di accoglienza” dei migranti “e rendere più efficace il sistema dei rimpatri”. Gentiloni si è quindi complimentato con le forze dell’ordine che hanno individuato a Milano l’attentatore della strage nel mercatino di Natale di Berlino e si è detto orgoglioso della telefonata fatta alla cancelliera Angela Merkel per informarla dell’operazione conclusa.

Regeni, da Egitto segnali utili di collaborazione – Sul caso Regeni dall’Egitto “ho visto ultimamente segnali di cooperazione molto utili e spero che si sviluppino”. Dopo i primi mesi difficili ora “la collaborazione tra la Procura di Roma e la procura generale del Cairo ha prodotto alcuni risultati”.

Mps, percorso lungo ma scelta di responsabilità – Su Monte dei Paschi di Siena e il decreto Salva-Risparmio, “io non credo ai governi del senno di poi. Ho fatto parte di un governo che ha valutato come realizzabile una operazione di mercato. L’operazione di mercato non è andata a buon fine, dopo circa mezz’ora, e lavorando molto intensamente, è partito il decreto salva risparmio. Il senno di poi non può essere una legge di governo, tanto meno di chi aveva delle responsabilita'”. “Noi abbiamo seguito una strada ragionevole, quando non ha ottenuto risultati sperati siamo intervenuti con grandissima tempestività, efficacia. Abituiamoci all’idea che questo sarà un percorso lungo. Oggi c’è una ‘breve’ intervista del ministro dell’Economia che trovo condivisibile: ci sarà una dialettica. Ci sarà un percorso di risanamento sul piano industriale che dovrà coinvolgere la banca, noi abbiamo fatto il giusto e il necessario”.

Mps, richiesta Bce mi ha colpito, terremo il punto – “Non sono abituatissimo, può darsi sia normale, a me un po’ ha colpito di avere notizie così ‘ex abrupto’ il giorno di Natale”. “Sono valutazioni che la vigilanza avrà fatto. Il ministro dell’Economia ha giustamente sottolineato che è importante che le valutazioni siano condivise, che ci sia dialogo perché è una vicenda che dobbiamo gestire insieme nei prossimi mesi. Non è una vicenda che si puo’ risolvere solo con delle comunicazioni. Questo abbiamo segnalato, e contiamo sulla collaborazione più costruttiva possibile, nelle prossime settimane noi terremo il punto”.

Trump, rapporti Italia-Usa non cambia – “Il rapporto con gli Stati uniti non si si discute perché cambia l’inquilino della Casa Bianca”.”Non è che una presidenza più spostata verso i democratici o verso i repubblicani modifica i fondamenti della nostra politica”

Soluzione due Stati per il Medio Oriente, insediamenti non la favoriscono – La strada da perseguire per risolvere la questione tra Israele e Palestina è quella “dei due Stati”. L’Italia ritiene che “gli insediamenti non favoriscano questa soluzione, come abbiamo detto e ripetuto in tutte le sedi ai nostri amici israeliani. Ma tuttavia ritiene che una strategia basata sull’idea che l’isolamento diplomatico di Israele in consessi internazionali sia lo strumento di pressione attraverso il quale si riporta il Paese al tavolo delle trattative è una illusione”. L’unica cosa che funziona è che “la comunita’ internazionale, gli Stati Uniti, il mondo arabo e l’Europa spingano perché la strada dei due stati venga riaperta. Se poi arrivano idee nuove siamo pronti a considerarle”. (AGI)