Partito da Barcellona e diretto a Dusseldorf, il volo della Germanwings, spari’ dai radar alle 9:41 di mattina di un anno fa. Ai comandi c’era il giovane Lubitz, 27 anni, affetto da una profonda depressione e tendenze suicide. Circostanza che era riuscito a tenere segreta alla compagnia grazie al segreto professionale. Era stato visitato decine di volte dai medici negli anni precedenti al disastro ma gli era stato permesso di continuare a volare. Approfittando dell’uscita del primo pilota dalla cabina per andare in bagno, aveva dirottato l’aereo verso le montagne e lo aveva fatto schiantare.
Ancora oggi, sottolinea Le Figaro, i medici francesi resistono alle richieste degli investigatori della Bea di superare il segreto professionale nel caso di piloti affetti da patologie che rappresentano un pericolo. Si tratta di un principio “generale e assoluto”, ha ribadito Jean-Marie Faroudja, presidente della sezione di etica e deontologia dell’Ordine dei medici di Parigi, sottolineando che questa “è anche la posizione dei colleghi tedeschi”. Alla luce della tragedia, l’Agenzia europea per la sicurezza dell’aviazione (Easa) aveva esortato le compagnie aeree ad assicurare che in cabina ci siano sempre almeno due membri dell’equipaggio, tra cui un pilota qualificato. La Lufthansa ha sempre negato ogni addebito, ma è sotto inchiesta negli Stati Uniti, dove è stata denunciata dai parenti delle vittime, convinti che Lubitz andava fermato prima. “Siamo qui per mostrare rispetto alle vittime e per far vedere che li sosteniamo”, ha sostenuto il presidente Carsten Spohr, sottolineando che “non è il giorno per parlare di questioni legali”. (AGI)