L’Autorita’ ha apprezzato infatti “l’impegno del Governo che ha inserito nella legge di stabilita’ del 2016 misure atte a realizzare campagne di informazione e di sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, sui fattori di rischio connessi al gioco d’azzardo ed ha istituito presso il Ministero della salute il Fondo per il gioco d’azzardo patologico -GAP, la cui ripartizione e’ attualmente al parere della Conferenza Stato-Regioni. Ma le misure non appaiono sufficienti a garantire la tutela delle persone di minore eta’ dai rischi da “azzardo” cui sono esposte”.
L’Autorita’ ritiene inoltre che parlare di gioco d’azzardo non sia corretto. “L’azzardo non e’ un gioco, perche’ non risponde ai valori educativi e di sviluppo del benessere psico-fisico insiti nella parola gioco, ma richiama ad una concatenazione di azioni lasciate all’area dell’alea, del rischio, senza che venga richiesta alcuna particolare abilita'” Il superiore interesse del minore deve essere preminente – ha concluso Albano – e deve condurre ad una riflessione, eticamente orientata, che consenta di garantire il diritto al gioco come sviluppo del benessere psico-fisico del bambino e dell’adolescente e, perche’ tale diritto sia effettivo, e’ necessario che sia disgiunto dall’azzardo, che ha tutt’altro significato. (AGI)