Dopo oltre quattro anni (salvo brevi permessi) in India, torna in Italia Salvatore Girone: lo ha deciso la Corte Suprema indiana. E il Paese tira un sospiro di sollievo perche’ la decisione odierna mette davvero un punto fermo in una vicenda tortuosa e insidiosa: i giudici dell’Aja decideranno nei prossimi mesi su a chi spetti la giurisdizione sul processo riguardante l”uccisione di due pescatori indiani, al largo delle coste del Kerala, nel 2012; ma ora entrambi i due fucilieri di Marina, non solo Girone ma anche Massimiliano Latorre (da tempo rientrato per i postumi di un ictus), potranno attendere in patria, con le famiglie e i figli, la decisione dei giudici del Tribunale internazionale.

La Corte Suprema indiana ha dato attuazione a quanto stabilito dal Tribunale arbitrale de L’Aja il 29 aprile scorso, che aveva riconosciuto le esigenze perorate con forza dall’Italia di farlo rimpatriare per “ragioni umanitarie”. Esulta e gli da’ il “bentornato” il premier Matteo Renzi, che annuncia che Girone sara’ gia il 2 giugno a Roma per la Festa della Repubblica e conferma “l’amicizia per l’India, il suo popolo, il suo governo”.

Esulta la Farnesina, da sempre in prima linea a fronteggiare la spinosa vicenda: “E’ un risultato importante che riconosce l’impegno intrapreso dal Governo italiano con il ricorso all’arbitrato internazionale per fare valere le ragioni dei nostri due fucilieri di Marina. Con lo stesso impegno”, insiste il ministero degli Esteri, “l’Italia si presentera’ ai prossimi passaggi previsti dal procedimento”. Tra le garanzie assicurate, il fatto che Girone consegnera’ alle autorita’ italiane il suo passaporto e ogni mese si presentera’ a un commissariato.

La Corte Suprema indiana ha anche ordinato al fuciliere di Marina di non cercare di influenzare i testimoni o distruggere prove che potrebbero essere utili al processo; e ha chiesto all’ambasciatore italiano a New Delhi di farsi garante che il maro’ rientrera’ in India qualora i giudici dell’Aja decideranno che la giurisdizione del caso spetti all’India. Nella sua ordinanza, la Corte Suprema ha tenuto anche a sottolineare che, durante la sua permanenza in Italia, il fuciliere di Marina rimarra’ sotto la sua autorita’.

“Ci siamo detti ‘finalmente ci possiamo abbracciare in Italia'”. A margine di un’audizione in Commissione inchiesta sull’uranio, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, racconta la telefonata con Girone. “Era molto contento – sottolinea il ministro – ma piu’ che le parole a contare e’ il tono, era la voce di un uomo che si e’ tolto un peso dal cuore. Era molto emozionato, e lo ero anch’io: era da tempo che ci sentivamo solo al telefono, finalmente potremo vederci di persona”. Quanto ai tempi del rientro “si tratta di tempi tecnici – risponde il ministro – non dobbiamo aspettare piu’ tempi lunghi”. (AGI)